Settimana di caldo africano, questa, ma la memoria liturgica che ricorre oggi è brezza che non smette di rinfrancare lo spirito. L'11 agosto è la festa di santa Chiara, fondatrice delle Clarisse, che si fece povera per scelta sulle orme di Francesco e per amore di Cristo. E sulle sue orme femminili è fiorita, tra le molte vocazioni che hanno punteggiato i secoli, anche la vita di Suor Maria della Trinità, morta a Gerusalemme dopo essersi offerta vittima per la salvezza delle anime e l'unità della Chiesa. La storia della Chiesa in fondo è questo susseguirsi di uomini e donne che si incamminano tutti dietro a Cristo e uno dietro l'altro o affiancandosi, cercando di seguire la voce dell'unico Maestro. Suor Maria della Trinità l'ha sentita a lungo e distintamente e, in obbedienza ai superiori e al padre spirituale, ne ha trascritto le parole nel suo Colloquio interiore. Un privilegio relativo, il suo, a quel che il Salvatore stesso le ha detto: Lui parla al cuore di tutti, occorrono silenzio e umiltà per distinguerne le parole e tutte le virtù per seguirne le ispirazioni. Vissuta nella prima metà del Novecento (1901-1942) la figura di questa clarissa convertitasi al cattolicesimo continua a farsi strada e a raccogliere devozione, e non è certamente un caso che un seme tanto prezioso sia germogliato nella martoriata Terra Santa. Già venerabile, la sua causa di beatificazione è stata aperta il 30 gennaio del 2025 a Gerusalemme, con il discorso di apertura della prima sessione dell'inchiesta diocesana a firma del Patriarca cardinale Pierbattista Pizzaballa, che non lo ha potuto pronunciare di persona perché impegnato in quei giorni a Roma per il funerale di papa Francesco e il conclave che ha eletto papa Leone XIV.Luisa Jacques, questo il suo nome di battesimo - un battesimo ricevuto non nella Chiesa cattolica perché nata da una coppia di missionari protestanti svizzeri - resterà orfana alla nascita perché la madre morirà partorendola. Le sofferenze non sarebbero poi mancate per tutta l'infanzia e la giovinezza e culmineranno in un grido di disperazione: delusioni d'amore, fallimenti professionali e privazione degli affetti familiari la porteranno «a venticinque anni a non comprendere più il senso della vita e a pronunciare quell’amara sentenza: “Dio non c’è”. Ma fu proprio in quella notte che “nella disperazione era entrata una luce”: la percezione di una presenza che la visitava, di “una religiosa vestita di bruno scuro con una corda come cintura”.» Da quel momento, continua il racconto biografico a cura della sua famiglia religiosa, nasce "un'attrazione irresistibile" per la vita claustrale e per l'Eucarestia, mentre ancora non è entrata nella Chiesa cattolica. Verrà a prenderla di persona (forse) la stessa fondatrice: nella notte tra il 13 e il 14 febbraio del 1926 le appare una visione di giovane donna in abito da clarissa che resta, trafelata, ai piedi del suo letto fino all'alba. Il suo grido non era caduto nel vuoto, il vuoto non esiste, il nostro cuore è custodito da Dio stesso. Finalmente Luisa ha scoperto che Dio c'è e la ama in modo sconfinato.
La parte emersa della sua vita spirituale terrena si compie in soli 4 anni, a ridosso della morte, alla quale giunge offrendosi vittima il 25 giugno del 1942 dopo una febbre dovuta alla tisi che la tormentava da tempo, aveva solo 41 anni.«“Tu stessa dovevi, da sola, spogliandoti di te, scoprire la mia Voce”. In obbedienza al suo padre spirituale scrive questi suoi “Appunti” – ciò che la Voce le suggeriva, piccole gocce di sapienza evangelica – che, insieme al “Racconto della conversione e vocazione” vengono pubblicati e tradotti in cinque lingue (ed. it. Suor Maria della Trinità, “Colloquio interiore”, Franciscan Printing Press, Gerusalemme, 9^ ed. 2004).» Innumerevoli i passi che si possono trarre dal suo Colloquio e che possono nutrire la vita spirituale di ciascuno e riportarla al suo vero centro, l'amore a Dio, alla Chiesa e al prossimo. Un pilastro a sostegno di tutto: solo Cristo è la risposta alla nostra sete, affrettiamoci a diffonderne la notizia e ciò che Egli cerca è la relazione profonda con la nostra anima; ecco cosa dice a quella di Suor Maria ma a beneficio di tutti:
«118. Non appena stai in ascolto dentro di te, mi ritrovi: sono già presente, in attesa, ed è così in ogni anima. Come coloro che si amano, fissano durante il giorno degli appuntamenti in cui si consacrano unicamente gli uni agli altri, così noi abbiamo i nostri appuntamenti: gli Uffici del giorno e della notte, la Messa, la Comunione… 119. Hai capito come obbedisco io? Io mi do, cedo ai desideri di tutti. Tu fa lo stesso. La Madre Vicaria desidera che tu vada più presto in giardino: accontentala. La Tua Superiora desidera che tu stia il meno possibile nella tua cella, cedi…Che t’importa di stare qua o là? Io t’accompagno dappertutto.» Sparire per Cristo, come fa misteriosamente ha fatto Lui stesso incarnandosi, soffrendo e morendo per risorgere, questo costruisce la pace, diffonde l'amore, ci libera delle cianfrusaglie che tanto ci appesantiscono e permette a Dio di salvare miriadi di anime: «Una sola anima, per quanto sia piccola, pervasa dall’amore può trascinare una moltitudine. 143. Io vivo nel Santo Sacramento, con la Presenza reale…Io sono vivo anche, con la Presenza reale, in ogni anima in stato di grazia. Perché non adorate in spirito la mia Presenza nel prossimo?»
E così Suor Maria della Trinità, ascoltando la voce del Signore, ha recuperato tutta sé stessa, non ha smesso di patire ma ha cominciato a farlo per il bene delle anime e della Chiesa; non ha trovato l'uomo della sua vita ma il Signore della vita stessa; non ha espresso a favore del mondo tutti i suoi talenti intellettuali ma ha donato sé stessa per l'amore più grande. Non male come programma di vita, di sicuro arduo, proprio come è sempre ogni autentica vocazione cristiana. (Foto: Custodia di Terra Santa)
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