Venerdì 05 Dicembre 2025

Card. Erdő: «Quella cattolica è una fede viva, non nata a tavolino»

Significativa omelia, nei giorni scorsi, del cardinale ungherese, che ha riflettuto sul senso di essere seguaci di Cristo

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“La nostra fede non è una teoria nata a tavolino, non è un'ideologia, ma una realtà organica, viva, storica, che vive nella comunità della Chiesa secondo i suggerimenti dello Spirito Santo”. Lo ha ricordato nell'omelia di domenica il cardinal Peter Erdo, in occasione dei tre giorni di festa del Santuario nazionale ungherese di Matraverebely-Szentkut. Al santuario mariano erano giunti pellegrini da tutto il paese e non solo. Durante la messa in onore dell'Assunzione, l'arcivescovo metropolita di Esztergom-Budapest e primate d'Ungheria ha parlato della storia del dogma di relativamente recente istituzione (1950) ma da sempre riconosciuto: “Sappiamo bene che solo Papa Pio XII proclamò come articolo di fede la verità che la Vergine Maria, dopo la fine della sua vita terrena fu assunta corpo e anima in cielo, dove siede nella gloria eterna alla destra del suo Santo Figlio. Ma questo dogma era stato confessato e proclamato per molti secoli prima di questa proclamazione. […] Fin dal VII secolo, una festa liturgica è dedicata all'Assunzione della Santa Vergine il 15 agosto”. Partendo da questo il cardinale ungherese ha riflettuto sulla natura della fede cattolica, nutrita non solo dalle istituzioni ecclesiastiche, ma anche “dalla fede e della pratica della comunità ecclesiale”. “La comunità cristiana sensibile alla vera fede ne ha uno specifico senso che si integra organicamente con la Sacra Scrittura, la Sacra Tradizione e la predicazione apostolica. La teologia parla giustamente di senso dei fedeli (sensus fidelium)” ha spiegato Erdo, che nell'unità organica di tutti questi elementi vede la preservazione “della ricchezza che Dio ha donato all'umanità attraverso l'opera salvifica di Cristo”. Ma l'Assunzione non è solo un dogma che va difeso da chi lo usa per screditare l'autorità dottrinale della Chiesa o l'unicità di Maria. Non è nemmeno lontano dalla nostra vita quotidiana, ha spiegato il cardinale, ma è “il grande disegno di Dio onnipotente, che ci ha chiamato tutti alla felicità. Egli ha voluto che sperimentassimo la comunione con Lui con tutto il nostro essere, cioè che potessimo raggiungere quel regno in cui la Beata Vergine Maria era già stata assunta in corpo e anima […] (Cristo) ci ha preceduto nella morte e nella risurrezione del corpo, ma ci chiama anche a condividere la felicità eterna, sia fisicamente che spiritualmente”. È questo che dà significato della nostra esistenza, non “la pianificazione o il controllo di ciò che accade sulla terra” o l'assenza di problemi quotidiani, comuni a tutte le epoche. Il cardinal Erdo ha infine concluso con un'invocazione alla Madonna, affidandosi a chi, come diceva San Massimiliano Kolbe, “non dobbiamo mai aver paura di amare troppo, perché non possiamo mai amarla più di quanto abbia fatto Gesù”. (Foto: Imagoeconomica) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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