L'onorificenza "cattolica" al sen. Durbin. Il vescovo Paprocki non ci sta
Fa discutere negli Stati Uniti la decisione del cardinale Blase Cupich, Chicago, che intende conferire un premio alla carriera al senatore Richard Durbin tramite l'Ufficio arcidiocesano per la dignità umana e la solidarietà
Di quanto sia preziosa e inscindibile l'unità spirito, mente e corpo Monsignor Thomas Paprocky, vescovo di Spingfield, ha una chiarezza cristallina. Lucidità che conferma nella presa di posizione in merito all'onorificenza che l'arcivescovo di Chicago, Blaise Cupich, intende conferire al senatore Richard Durbin (foto in alto) tramite l'Ufficio arcidiocesano per la dignità umana e la solidarietà, in occasione dell'evento di beneficenza del 3 novembre presso il St. Ignatius College. Un premio alla carriera per un politico democratico che si dice cattolico, dunque, che però nella sua lunga attività si è speso con grande zelo non solo per i diritti degli immigrati, persone la cui dignità va senza dubbio tutelata e promossa, ma anche a favore della liberalizzazione dell'aborto persino nelle sue forme più estreme. Una aperta violazione della legge morale e del magistero della Chiesa che sulla dignità umana, dal concepimento alla morte naturale, ha pronunciato parole fermissime, immuni da qualsiasi aggiustamento d'opinione e non suscettibili di adattamento alcuno, nemmeno in nome del "dialogo".
La verità è sempre tutta intera, così come la persona e il valore supremo della sua vita che restano tali in ogni momento del suo sviluppo e in qualsiasi condizione si trovino espressi. Se però un credente è impegnato in politica e dunque il suo operato ha ricadute significative su tutta la comunità, la sua responsabilità diventa particolarmente grave e di quella dovrà rispondere non solo all'elettorato, ma soprattutto a Dio. Per questo, osserva infatti Paprocki, «assegnare a Durbin un premio per il suo lavoro sull'immigrazione, nonostante il suo sfacciato sostegno al diritto all'aborto, ignora l'insegnamento della Chiesa secondo cui "un impegno politico per un singolo, isolato aspetto della dottrina sociale della Chiesa non esaurisce la responsabilità per il bene comune"».
LE PAROLE DEL VESCOVO DI SPRINGFIELD
Infocatolica riporta un articolo a firma dello stesso vescovo di Springfield in merito all'aperta contraddizione che esiste tra vera e integrale difesa della dignità umana e la fosca carriera del senatore dem come abortista convinto. Quanta confusione e sofferenza rischia di provocare l'atto dell'arcivescovo di Chicago sulla comunità dei credenti? si domanda addolorato. «Questa decisione, che rischia di scandalizzare i fedeli e di danneggiare i vincoli di comunione ecclesiale, dovrebbe essere revocata. La Chiesa insegna che l'aborto – l'uccisione intenzionale di un essere umano non ancora nato nel grembo materno – è un "male intrinseco", un'azione sempre e ovunque "incompatibile con l'amore di Dio e del prossimo". Dobbiamo, come ha affermato Papa Giovanni Paolo II nell'Evangelium Vitae , "avere il coraggio di guardare in faccia la verità e di chiamare le cose con il loro nome". Nel caso dell'aborto, "si tratta di un omicidio", poiché "chi viene ucciso è un essere umano ai suoi albori". Il Concilio Vaticano II ha descritto l'aborto come "un crimine abominevole"». Le parole dei pontefici sull'abominio dell'aborto sono tante e inequivocabili, ricorda monsignore; da Giovanni Paolo II a papa Francesco, dai documenti del Concilio Vaticano II alle prime dichiarazioni di Leone XIV, la Chiesa non ha fatto che ribadire con sempre maggiore precisione e profondità il valore del concepito, titolare pieno del diritto di vivere, meritevole anzi di maggiore tutela perché incapace di proteggersi da sé.
Ciò che il senatore Usa ha fatto per trenta lunghi anni, purtroppo, con una sistematicità e una dedizione che non fanno che aumentare lo sgomento, va nella direzione opposta: «Durante il suo mandato, il senatore Durbin è stato un convinto sostenitore dell'aborto legale. In quasi trent'anni al Senato degli Stati Uniti, Durbin si è dedicato alla creazione, alla preservazione e all'espansione del diritto legale all'aborto, ovvero il diritto di uccidere un essere umano innocente nel grembo materno. Durbin ha ripetutamente sostenuto iniziative legislative che escludono un'intera categoria di esseri umani dalla tutela legale. Le sue posizioni sono così estreme che ha persino votato contro il Partial-Birth Abortion Ban Act (che proibisce la raccapricciante procedura di perforare il cranio di un bambino con le forbici e aspirarne il cervello con un aspirapolvere)».
CATTOLICI IN POLITICA (E VESCOVI IN CATTEDRA)
La vicenda in atto non fa che mostrare ancora una volta come la fede chieda una tensione continua nel conformare la propria vita, in ogni suo aspetto, a ciò che quella comanda. Ciò vale per tutti, quindi anche per chi si trova impegnato in politica, a qualunque livello: ogni credente sia, secondo le parole di Leone XIV alla delegazione francese in Vaticano, un uomo o una donna «che, sotto lo sguardo di Dio e della sua coscienza, vive i propri impegni e le proprie responsabilità in modo cristiano». L'arte del compromesso, per il cristiano, non può mai giocarsi sulla verità e la coerenza tra vita e fede, per quanto possa risultare ardua, non è derubricabile a vezzo da ultra-cattolici. Sappiamo bene come il vertice della testimonianza alla verità, che per noi è Cristo, sia ciò che Egli stesso e miriadi di martiri hanno fatto lungo la storia: amarla più che la propria stessa vita.
Non si può che sperare, secondo l'appello dell'arcivescovo di san Francisco che appoggia monsignor Paprocki, che «tutti i membri del Corpo di Cristo (...) prendano posizione e chiariscano il grave male che è la soppressione di vite umane innocenti». (Foto: Ansa)
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