Giovedì 23 Ottobre 2025

A Gaza è pace. Firmato l’accordo per la fase 1

Nei prossimi giorni la liberazione degli ostaggi e Israele si ritirerà fino alla prima linea di contingenza. Card. Pizzaballa: «È un primo passo, una prima fase. Naturalmente ve ne saranno altri, e certamente sorgeranno altri ostacoli. Ma ora dobbiamo gioire»

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Ore 11:00 italiana di giovedì 9 ottobre: gli spari annunciano che l’accordo di cessate il fuoco a Gaza è stato firmato. A riferirlo ufficialmente è il media egiziano Al Qahera News citato da Reuters online. Ad oggi, l’accordo sembra essersi concentrato su una “Fase 1”: la consegna degli ostaggi detenuti da Hamas da un lato, la stretta della morsa di Tel Aviv sulla Striscia dall’altro. Restano molti nodi da sciogliere e la sensazione è che saranno demandati a futuri negoziati: questo è un primo passo verso la pace, un risultato concreto. «L’inizio di una nuova fase in cui possiamo, poco a poco, iniziare a pensare non più alla guerra, ma a come ricostruire dopo la guerra», così l’ha definita il cardinale Pierbattista Pizzaballa che, lodando tutti coloro che hanno partecipato ai negoziati, ha parlato di un «passo importante che porterà un po’ di fiducia per il futuro e anche nuova speranza, specialmente per i popoli, sia israeliano che palestinese», invitando a gioire nonostante la vita a Gaza rimarrà «terribile ancora per molto tempo» e nonostante «certamente sorgeranno altri ostacoli». Ieri pomeriggio il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato il governo israeliano per ratificare l’accordo. Il gabinetto di sicurezza israeliano si è incontrato presso l'ufficio del Primo ministro a Gerusalemme e ha avuto poi luogo una sessione del governo. Entro 24 ore dalla riunione del Consiglio dei ministri è previsto il cessate il fuoco a Gaza; dopo questo lasso di tempo inizieranno le 72 ore durante le quali tutti gli ostaggi israeliani saranno rilasciati e riportati in Israele. In un giorno si è passati dalle parole ai primi fatti concreti: Hamas rilascerà gli ostaggi in tempi precisi, impegnandosi a non compiere cerimonie pubbliche di scherno e la rivendicazione degli attacchi del 7 ottobre 2023. I militanti che controllano Gaza avrebbero fissato per lunedì 13 ottobre la data ultima per procedere alla consegna degli ostaggi vivi e richiesto dieci giorni per recuperare quelli morti. Secondo fonti israeliane se Hamas non dovesse riuscire a recuperare i corpi degli ostaggi morti, entrerà in gioco una forza multinazionale istituita dal coordinatore per i prigionieri che opererà per recuperare le salme, lo riferisce Channel 12. L’Israel Defense Force si è impegnata a ritirarsi da circa un terzo della Striscia. Tel Aviv si ritirerà conformemente al piano Trump sulla prima linea di contingenza, che corrisponde al mantenimento di circa ill 53% della Striscia sotto il controllo dell’Idf. I leader mondiali esprimono soddisfazione. Emmanuel Macron ha detto: «Questo accordo deve segnare la fine della guerra e l’inizio di una soluzione politica basata sulla soluzione a due Stati». Il primo ministro del Regno Uniti Keir Starmer ha dichiarato: «Chiediamo a tutte le parti di rispettare gli impegni che hanno assunto, di porre fine alla guerra e di costruire le basi per una fine giusta e duratura del conflitto e di un percorso sostenibile verso una pace a lungo termine». Il post di Erdogan su X: «Ringrazio il presidente Trump per il risultato, la Turchia vigilerà sulla tregua». La premier Giorgia Meloni ha parlato, intervistata ieri al Tg1, di una «convergenza di volontà da parte di tutta la comunità internazionale per terminare una crisi che oggettivamente non era più sostenibile». Dichiarandosi orgogliosa del lavoro «silenzioso ma costante» dell’Italia ha poi proseguito: «È una notizia straordinaria, immagino tutti capiscano che si tratta di un giorno storico. Dobbiamo dare merito al lavoro straordinario portato avanti in particolare dal presidente Usa Donald Trump, ma dobbiamo ringraziare anche i mediatori che sono stati numerosi in queste ore». Quali i prossimi passi? «C’è stato un lavoro di squadra che ci consente oggi di iniziare una fase nuova», ha risposto Meloni, «quello di cui si parla oggi è la realizzazione della prima fase del piano di pace. Sarà lungo e molto complesso. Si parla di una tregua del rilascio degli ostaggi condizione essenziale per avviare un percorso di pace. Di una primo arretramento delle forze israeliane a Gaza. Rimane tutto il tema del disarmo di Hamas, bisogna poi fare in modo che non ci siano nuovi insediamenti in Cisgiordania e il tema della gestione transitoria particolarmente della Striscia di Gaza». «Se Hamas non deve avere alcun ruolo sappiamo anche che l’Autorità nazionale palestinese ha bisogno di un percorso di riforma», avverte ancora Meloni, «particolarmente i Paesi arabi giocano un ruolo importante per garantire un governo transitorio. Ci sarà bisogno di monitoraggi e di tutto l’impegno della comunità nazionale perché tutto funzioni come deve funzionare», riferendo poi che l’Italia è pronta a contribuire alla stabilizzazione e alla ricostruzione per lo sviluppo soprattutto di Gaza. Intanto il presidente americano Trump dovrebbe raggiungere Israele nella giornata di domenica - , ma sta valutando la possibiltà di arrivare già sabato sera, lo scrive Ynet. Il Presidente potrebbe fermarsi fino a lunedì e si attende un suo discorso alla Knesset. (Foto: Ansa) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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