Eutanasia
La leggerezza del credere nei “Detti non scritti” di Biffi
Un viaggio tra fede e ironia nel pensiero brillante del Cardinale Giacomo Biffi: cento detti che insegnano a credere con leggerezza, libertà e intelligenza spirituale
13 Ottobre 2025 - 00:05
Biffi, figura centrale della Chiesa italiana del secondo Novecento, è noto per la sua profondità intellettuale e il suo spirito ironico. Questo libro ne è una testimonianza vivida: ogni detto è una scintilla che illumina la riflessione cristiana mediante un pensiero folgorante, talvolta provocatorio, sempre acuto. Il titolo stesso è un gioco di parole che racchiude il cuore dell’opera: ciò che è stato detto, pur non scritto, merita di essere trascritto perché portatore di sapide verità pronunciate con sagace intelligenza.
Il testo si articola in tre sezioni – A Venegono, A Milano, A Bologna –, che corrispondono ai luoghi più significativi dell’esperienza personale e pastorale del Cardinale. In ognuna di queste tappe, egli lascia tracce di una spiritualità vissuta con libertà, audacia e leggerezza. Ma attenzione: la leggerezza di cui si parla qui non è superficialità, bensì quella virtù rara che nasce dal distacco dalle cose e che si nutre di vero amore inteso come agape. Come ha lasciato scritto lo stesso Cardinale, «il senso dell’umorismo – se è rettamente e compiutamente inteso come la risultante del distacco dalle cose e della carità – è il fondamento e il vertice di una seria vita religiosa» (p. 13).
Biffi non ha mai avuto paura di sfidare le mode, e questo libro lo dimostra in ogni pagina: mediante battute fulminanti, riflessioni paradossali e osservazioni pungenti, egli riesce a mettere in discussione abitudini, conformismi e luoghi comuni, anche all’interno della Chiesa. Eppure Sua Eminenza lo fa sempre con uno sguardo limpido, profondo e mai cinico, capace cioè di cogliere il lato umano e divino della realtà.
Leggere Detti non scritti significa entrare in contatto con una mente brillante e un cuore libero. È un libro che si può aprire a caso, magari per trovare una frase capace di rischiarare la giornata, oppure leggere tutto d’un fiato, lasciandosi trasportare da una narrazione che mescola teologia, filosofia e buon senso. È anche un invito a riscoprire l’umorismo come dimensione spirituale e segno – perché no? – della trascendenza: Dio stesso è il più grande umorista, ha insegnato Biffi con disarmante semplicità.
Queste pagine non sono, quindi, soltanto una raccolta di aforismi: sono un invito a ragionare controcorrente rispetto a una visione mondana della vita e a credere con gioia. Un piccolo volume, dunque, che contiene una grande lezione: la serietà non è una virtù, come disse una volta G.K. Chesterton.
In definitiva, le parole del Presule sono una testimonianza viva di una fede appassionata e frutto di una mente libera. È consigliato sia a chi ama la spiritualità condita da intelligenza e ironia e sia a chi vuole conoscere il lato più umano e sorprendente di un grande pastore della Chiesa.
Per come l’abbiamo conosciuto – e questo testo lo conferma –, il giudizio su Giacomo Biffi si potrebbe racchiudere in una frase attribuita ad Arthur Schopenhauer: «il talento coglie un bersaglio che nessuno riesce a colpire. Il genio coglie un bersaglio che nessuno riesce a vedere». Non a caso fu il Cardinale a dire che «tutte le cose alludono all’invisibile».










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