Cristiani in Nigeria
Card. Sarah: «Aborto, eutanasia e crisi della Chiesa: l’appello alla speranza e al cuore dei fedeli»
Intervista esclusiva rilasciata a Tribune Chrétienne del porporato africano: dalla difesa della vita alla vera riforma della Chiesa, Sarah esorta a guardare oltre le difficoltà e a ritrovare la santità quotidiana
14 Ottobre 2025 - 11:45

Il cardinale Robert Sarah, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e tra le voci più autorevoli del cattolicesimo contemporaneo, ha concesso una lunga intervista al portale francese Tribune Chrétienne.
Nel corso della conversazione, il porporato guineano ha affrontato con chiarezza e fermezza i grandi temi che agitano oggi la Chiesa e la società: la difesa della vita, la secolarizzazione dell’Occidente, la liturgia, la famiglia, la riforma ecclesiale e il futuro della fede.
«L’aborto è un crimine abominevole»
Fin dall’inizio, il cardinale Sarah ha ribadito con forza la centralità della dignità della vita umana.
«L’aborto è un crimine abominevole. Dio ha detto: “Non uccidere”. Nessun potere umano ha il diritto di violare questo comandamento», ha dichiarato.
E ha aggiunto:
«È terribile vedere Paesi che un tempo erano cristiani, come la Francia, arrivare a inscrivere l’aborto nella Costituzione. Questo è un insulto a Dio, un gesto di ribellione contro il Creatore.»
Per il porporato, si tratta di una battaglia che va oltre la politica:
«Non è una questione ideologica, ma spirituale: l’uomo vuole prendere il posto di Dio e decidere chi può vivere e chi deve morire. Questo è il peccato originale ripetuto.»
«In Occidente viviamo come se Dio fosse morto»
Nel parlare della secolarizzazione, Sarah ha descritto un Occidente che ha dimenticato le proprie radici:
«Le leggi, la cultura, la scuola, la politica: tutto è costruito come se Dio non esistesse.»
Il cardinale denuncia una società che si è resa autonoma dal suo Creatore, costruendo il proprio futuro «su un vuoto spirituale che non può durare».
«L’eutanasia è un altro volto della stessa menzogna»
Accanto all’aborto, Sarah ha condannato con parole nette anche la legalizzazione dell’eutanasia:
«L’eutanasia è un altro volto della stessa menzogna. Non esiste un “diritto alla morte”. La vita non è nostra, è un dono di Dio.»
E aggiunge:
«Quando lo Stato pretende di decidere la morte, usurpa un potere che non gli appartiene. Ogni vita, anche la più fragile, ha un valore infinito.
La sofferenza non toglie la dignità, anzi, la può trasfigurare. Cristo non ha fuggito la croce. Anche nel dolore, la vita resta sacra.»
«La liturgia non è un possesso, ma un dono di Dio»
Uno dei passaggi più intensi dell’intervista è quello dedicato alla liturgia e all’unità della Chiesa:
«Oggi la liturgia è diventata un campo di battaglia. Si contrappongono i cosiddetti “tradizionalisti” e i “progressisti”, e ciascuno difende il proprio rito come se fosse una bandiera ideologica. Questo è un dramma!»
Il cardinale richiama tutti al centro della fede:
«La liturgia non è un possesso, ma un dono di Dio. È l’adorazione del Signore, non la celebrazione di noi stessi.
Dobbiamo rispettare e amare tutte le forme liturgiche che la Chiesa riconosce. Il Papa è custode dell’unità, non deve spegnere le fiamme della fede ma orientarle verso la comunione.»
«La Chiesa non può benedire ciò che Dio non può benedire»
Sulla questione della benedizione delle coppie omosessuali e sul documento Fiducia Supplicans, Sarah è stato altrettanto esplicito:
«Il documento ha creato confusione, e molti fedeli ne hanno sofferto.
La Chiesa non può benedire ciò che Dio non può benedire. Benedire un’unione che contraddice l’insegnamento divino sull’amore e sul matrimonio significa oscurare la verità.»
E mette in guardia dal rischio di scandalo:
«Anche se si dice che “non è una approvazione morale”, la gente comune non capirà la distinzione teologica. Vedranno una contraddizione: la Chiesa dice una cosa e ne mostra un’altra. E questo crea scandalo.»
«L’Europa è malata perché ha rinnegato le sue radici cristiane»
Nell’analisi culturale e spirituale, Sarah ha rivolto parole severe all’Occidente e un appello all’Africa:
«L’Europa ha costruito una civiltà meravigliosa, ma ora vive come se Dio fosse inutile. Senza Dio, tutto crolla: la morale, la cultura, la speranza.»
Ma anche il suo continente natale non è immune:
«L’Africa è giovane nella fede, ma rischia di imitare gli errori dell’Occidente. Se l’Africa perde il senso di Dio, perderà anche la sua anima.
È tempo che i cristiani africani diventino missionari dell’Europa, non con orgoglio, ma con umiltà e amore.»
«La vera riforma non è cambiare le strutture, ma il cuore»
Sulla tanto invocata “riforma della Chiesa”, il cardinale offre una prospettiva radicalmente evangelica:
«Tutti parlano di riforma, ma la vera riforma non è cambiare le strutture o i documenti. È cambiare il cuore.
Se non ci convertiamo, ogni riforma è inutile.
La Chiesa deve tornare alla sua sorgente: la preghiera, l’adorazione, il silenzio davanti a Dio. Quando mettiamo Cristo al centro, tutto si rinnova spontaneamente.»
«Dio non abbandona mai la sua Chiesa»
Il cardinale ha voluto chiudere l’intervista con un messaggio di speranza e fiducia nel futuro della Chiesa:
«Io non sono pessimista. Dio non abbandona mai la sua Chiesa.
(Immagine screen shot canale Youtube Tribune Crètienne) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!
Abbiamo vissuto crisi peggiori nella storia, e lo Spirito Santo ha sempre agito.
Ma dobbiamo smettere di credere che le soluzioni vengano dagli uomini.
La speranza cristiana non è ottimismo umano: è fiducia nel fatto che Cristo è presente, anche quando la tempesta sembra distruggere la barca.
Lui dorme nella barca, ma è lì. Basta svegliarlo con la preghiera.»