Leone XIV: fede e ragione
Éric Zemmour difende la statua di San Michele in Vandea
Il candidato alle presidenziali francesi, insieme a Patrick Buisson e Philippe de Villiers, si è posto simbolicamente davanti alla statua di Saint-Michel, che rischia di essere rimossa da una piazza pubblica per volontà dell’associazione ultra-laicista e anti religiosa Libre Pensée
10 Gennaio 2022 - 12:25
L’associazione aveva definito la statua dell'arcangelo come «oggetto religioso manifesto» e si era appellata alla legge del 1905 sui rapporti fra Chiesa e Stato la quale «si oppone all'installazione, nello spazio pubblico, di un segno o di un emblema che esprima il riconoscimento di un culto o che indichi una preferenza religiosa». In fondo il loro è un "nobile" intento legale che puzza di fanatismo, «La federazione vuole che la legge del 1905 sia rigorosamente osservata», afferma Christian Eyschen, portavoce di Libre-Pensée.
Non tutti però se ne stanno a guardare. Il municipio di Sables-d'Olonne ha dichiarato «Di fronte a questo abuso, la città non rimarrà passiva», queste le parole del sindaco Yannick Moreau (ex LR), in un comunicato stampa del 5 gennaio. I cittadini saranno invitati a decidere sul futuro della statua nella prima metà del 2022.
Anche il candidato alle presidenziali francesi, Éric Zemmour, si è posto al centro del dibattito. Sabato 8 gennaio, in occasione di un viaggio a Sables-d'Olonne, ha difeso la statua dell'arcangelo, «Non permetteremo a noi stessi di essere sradicati da un braccio armato giudiziario ostile alle tradizioni cristiane», ha dichiarato Zemmour, schierato al fianco del sovranista Philippe de Villiers e Patrick Buisson, ex consigliere dell'Eliseo di Nicolas Sarkozy. A lungo applaudito dalla folla raccolta intorno alla statua, il candidato ha elogiato l'«ardente patriottismo» della Vandea e la sua «influenza culturale», così come il suo «successo industriale».
«Non è una statua innocua, è prima di tutto il simbolo delle nostre tradizioni, delle millenarie radici cristiane […]. La Francia è stata fatta dal cristianesimo, che lo piaccia o no». Dovrebbe premerci sottolineare questo punto affrontato da Zemmour. Un vecchio detto dice “Non sai dove stai andando se non sai da dove vieni”. La Francia sembra barcollare in un buio di confusione identitaria e ideologica, alla ricerca di nuovi fondamenti che però non sanno stare in piedi. Quando si distrugge anziché costruire, il risultato non può che essere forzato e poco coerente. Il rispetto del passato è guida per un futuro solido: quale futuro c'è da aspettarsi da una comunità che recide le proprie radici?










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