Lazio, legge per la famiglia
Manifestazione per la vita, conto alla rovescia per l'edizione 2024
Sabato 22 giugno nella capitale si dà appuntamento il popolo pro life per dire no all’aborto, ma soprattutto per dare visibilità a chi difende la vita. Oggi minacciata da un'ideologia mortifera che passa anche dalle istituzioni.
19 Giugno 2024 - 00:05
- Occorre dare corpo al dissenso. Mai come oggi è fondamentale che il mondo veda, percepisca e capisca che c’è un popolo che dice no. E’ fondamentale mostrare le facce, le storie, i sorrisi e la determinazione ci chi, anche in minoranza, considera il valore di una vita non nata esattamente come quella di chi scrive questa news o di chi la legge. Bisogna svelare l’incoerenza di chi ripete fino allo sfinimento che bisogna combattere le discriminazioni e poi discrimina le persone in base al luogo in cui si trovano (il grembo della mamma), le dimensioni, le età, il luogo, il momento e le circostanze in cui sono state concepite. Perché ogni vita vale.
- Bisogna occupare lo spazio pubblico. Riprendiamoci le strade, le piazze, reali prima che quelle virtuali, se non si accende una lanterna per metterla sotto il moggio, meno che meno la verità deve essere pronunciata solo al chiuso della nostra confort zone. Usciamo, e gridiamola anche quando è scomodo.
- Per ricordarci che non siamo soli. Anche se nella nostra città, nel nostro Paese, nelle fatiche della vita quotidiana, nel combattere battaglie che sono di buon senso, che sono di ragione, prima che di fede, ci sentiamo soli, in fondo non lo siamo. C’è un popolo di sentinelle che tiene accesa una fiammella anche se tutti attorno vorrebbero spegnerla. La Manifestazione sarà l’occasione per tessere reti, costruire ponti, rinsaldare amicizie, abbracciare.
- Per non perdere la speranza. Vedi punto appena precedente. Oltre al non sentirsi soli è fondamentale non perdere la consapevolezza che la storia non la scrive la maggioranza, e che lì dove si conserva il seme, si annida e germoglia il futuro. Non è tutto finito, quello che è accaduto qualche anno fa negli Stati Uniti ce lo insegna. Le sentenze mortifere possono essere ribaltate. Le leggi ingiuste possono essere abrogate ma lo si potrà fare solo se qualcuno continuerà a ribadire che sono ingiuste perché legalizzano un omicidio.
- In gioco non c’è solo una manifestazione, ma il modo in cui vogliamo stare di fronte alle ingiustizie del mondo, nonché le nostre anime e quelle di coloro che ci sono affidati. Vogliamo lasciare che si spengano nell'indifferenza?










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