La grandezza di San Tommaso d’Aquino, va da sé, non si discute: e questo, si badi, non solo nell’ambito della Chiesa, se si pensa che l’Aquinate viene celebrato – a ragione, naturalmente - come «il pensatore più influente del periodo medievale» anche dal Cambridge Dictionary of Philosophy. Nessuno come lui, infatti, ha plasmato la dottrina cattolica per secoli e continua a farlo, a ben vedere, ancora oggi. Il suo, come difatti ribadito nella bella intervista concessaci dal professor Fernando Fiorentino – docente emerito di Filosofia Teoretica dell’Università del Salento e già curatore di una nuova traduzione della Somma di Teologia in cinque pregevoli volumi pubblicati da Città Nuova – è un pensiero che non passa.
D’accordo, ma qual è il vero volto di San Tommaso d’Aquino? Quello fisico, s’intende. Del celebre teologo, come noto, possedevamo solo delle raffigurazioni pittoriche o scultoree. Ma, da oggi, è disponibile una nuova rielaborazione del suo volto, peraltro quanto mai realistica. La dobbiamo allo studioso e designer brasiliano Cicero Moraes, che ha così illustrato il suo lavoro: «Inizialmente, abbiamo ricostruito il cranio a partire da dati fotografici e strutturali.Il cranio non aveva denti né mascella, quindi abbiamo dovuto progettare queste strutture basandoci sulle misurazioni effettuate tramite Tac dei crani di individui viventi. Una volta completato il cranio, abbiamo utilizzato diverse tecniche per approssimare il viso».
Ne è seguita, dopo la raccolta di molti dati, una elaborazione – ovviamente approssimativa e da ritenersi indicativa - di quello che anche potrebbe essere stato l’aspetto dell’Aquinate, morto all'età di 50 anni. Il risultato? «Un volto umile», per usare le parole di Moraes, il cui lavoro arriva dopo che un altro studio ha osservato come la causa della morte del filosofo possa essere stata un «trauma cranico». Il che sarebbe avvenuto nel 1274, anno appunto della sua morte; quando il celebre teologo fu invitato al Secondo Concilio di Lione nel 1274, dove Papa Gregorio X sperava di sanare il “Grande Scisma” tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa orientale, ma dove il religioso...non arrivò mai.
Sebbene infatti Tommaso fosse partito in buona salute, non giunse mai a destinazione; e la sua morte venne attribuita a malattia, assassinio o un colpo alla testa. Di qui lo studio dei resti del suo cranio – conservati, come noto, nella cattedrale di Priverno, provincia di Latina (anche se un’ipotesi alternativa vuole che i suoi resti siano a Tolosa) -, studio pubblicato sulla rivista scientifica «World Neurosurgery» - con il titoloA Plausible Historical and Forensic Account of the Death of Thomas Aquinas – e con il quale si sono messi in luce i resoconti dei testimoni che sostengono che il Dottore della Chiesa sbatté la testa contro un albero caduto durante il tragitto da Napoli al concilio.
Il filosofo sopravvisse alla caduta e si fermò per riprendersi, prima a Maenza, e poi all'Abbazia di Fossanova; ma le sue condizioni – secondo quanto ricostruito - peggiorarono e morì alcune settimane dopo. Gli autori di questa ricerca hanno poi concluso che: «La maggior parte degli ematomi subdurali cronici (cSDH) sono preceduti da qualche forma di trauma cranico da lieve a moderato Una lettura critica dei resoconti delle ultime settimane della sua vita costituisce una solida argomentazione a favore di cSDH. Con la classica storia clinica di un trauma cranico relativamente lieve, un periodo di lucidità e poi un graduale declino man mano che l'ematoma si espande nel giro di diverse settimane».
Chiaramente, questa è solo un’ipotesi, che decade automaticamente nella misura in cui si considerassero i resti conservati a Priverno non autentici; in questo modo, decadrebbe anche, va da sé, l’attendibilità del lavoro di Cicero Moraes, che nel frattempo non si può però non considerare affascinante. Dopotutto, davvero lo sguardo del volto di san Tommaso ricostruito – ripreso anche dalla stampa internazionale – ha un che di impressionante e realistico. E, comunque sia, una cosa è certa: san Tommaso stesso, oltre che il suo pensiero così inarrivabile (eppure guardato con sospetto anche da taluni, purtroppo, perfino in casa cattolica), sono davvero ancora vivi e presenti. E resta questa, in fondo, la notizia più bella (Fonte foto: CieroMoraes, Pen news)
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