Sabato 25 Ottobre 2025

Trump-Putin, una telefonata che sa di svolta

Il lungo post di Trump su Truth che riporta l’esito della telefonata con Putin

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Vi avevamo avvisato. Sulle pagine del Timone di febbraio (qui per abbonarsi) avevamo anticipato che l’insediamento di Trump avrebbe portato una ventata di rivoluzione. E così sta avvenendo. Dopo quasi tre anni di guerra tra Russia e Ucraina, il presidente degli Stati Uniti ha fatto sapere sul social Truth che ha avuto una telefonata di un’ora e mezza con il presidente russo. E, di seguito, un colloquio telefonico di un’ora anche con Zelensky, «per porre fine a questa orribile guerra». «Putin vuole la pace, Zelensky vuole la pace e io voglio la pace. Probabilmente sono morti 1,5 milioni di soldati in poco tempo, tanti giovani sono stati uccisi: tutto questo deve finire immediatamente. Penso di poter dire con grande fiducia che anche Putin vuole vedere la fine della guerra. Se io fossi stato presidente, tutto questo non sarebbe mai iniziato», così ha risposto Donald Trump alle domande dei cronisti alla Casa Bianca. Il presidente Usa delinea così le tappe che seguiranno a questo primo dialogo. «A Monaco di Baviera [dove è in programma la Conferenza sulla sicurezza, n.d.r.], io e Putin ci incontreremo. […] Quando ci incontreremo? In un futuro non lontano, credo che l’Arabia Saudita sia un posto eccellente. Ci sarà un primo meeting e vedremo poi cosa si potrà fare per un secondo incontro», ha proseguito. Al momento il dialogo con Kiev non prevede un viaggio da parte di Trump: «Non mi sono impegnato ad andare in Ucraina. Ci penserei, nessun problema. Non vi dirò il mio piano, vi dico che abbiamo fatto enormi progressi. Avrebbe dovuto farli Joe Biden». Intanto sembra sbarrata l’ipotesi che l’Ucraina possa entrare nella Nato: «Non credo sia realistico parlarne: il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, lo ha spiegato e ha detto che non è realistico. Ha ragione. Molto prima che Putin diventasse presidente la Russia ha detto che non lo avrebbe permesso. Per me va bene, basta che la guerra finisca», ha affermato Trump, chiarendo anche che irrealistico è anche pensare a un ritorno ai confini del 2014 - facendo riferimento alla Crimea e non ai territori occupati dalla Russia nel 2022, comunque fuori discussione da tempo. In definitiva, potranno essere schierate in Ucraina forze di peacekeeping europee e non europee, ma non coperte dall’articolo 5 Nato e non verranno dispiegate forze militari americane. In ultima analisi, possiamo immaginare che la non adesione alla Nato per l’Ucraina non significa automaticamente il ritorno alla sfera russa. L’Ucraina verrà comunque armata e ricostituita dall’Occidente e l’interesse che Trump ha manifestato per le risorse minerarie del territorio ucraino fa ben pensare. Il presidente degli Stati Uniti ha infatti fatto riferimento a una restituzione del capitale dato all’Ucraina chiarendo che «deve fare la pace, la sua gente viene uccisa. Zelensky ha un Paese devastato, noi abbiamo dato all’Ucraina 350 miliardi di dollari. L’Europa ha dato 100 miliardi sotto forma di prestiti, nessuno lo dice. Noi abbiamo avuto persone incompetenti nella precedente amministrazione. Ora ci ci assicureremo che questi soldi in qualche modo ritornino: hanno risorse minerarie, petrolio e gas. Noi vogliamo avere garanzie sui nostri soldi e l’Ucraina è d’accordo. L’Europa d’altra parte è in pericolo molto più di noi e mette meno soldi di noi». Ha affrontato questo tema anche il segretario del Tesoro americano Scott Bessent che, in visita da Zelensky, ha confermato l’obiettivo degli Stati Uniti: «Concludere un accordo di cooperazione economica [con l’Ucraina, n.d.r.] in cambio del proseguimento del loro sostegno materiale all’Ucraina e agli ucraini». Alla domanda sul coinvolgimento dei paesi membri dell’Ue nei «colloqui di pace», la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in un briefing con i giornalisti, ha detto che «nessuna nazione europea al momento è coinvolta nei colloqui di pace». Così, mentre Trump lavora per una pace intesa come necessità basilare di far cessare le ostilità e l’uccisione di vite umane, dall’Europa continuano con la retorica della “pace giusta” - senza spiegare mai che cosa voglia dire esattamente. «Non ci sarà una pace giusta e duratura in Ucraina senza la partecipazione degli europei», hanno dichiarato il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, e i suoi colleghi di Berlino, Annalena Baerbock e spagnolo Josè Manuel Albares Bueno in occasione del loro incontro svoltosi a Parigi dopo la notizia della telefonata tra il presidente Usa e Putin. Albares Bueno ha poi aggiunto: «Vogliamo la pace per l’Ucraina, ma vogliamo che una guerra ingiusta finisca con una pace giusta». Intanto, il messaggio da Washington all’Europa arriva chiaro e tondo: «Salvaguardare la sicurezza europea è un imperativo per i membri europei della Nato. L’Europa dovrà fornire la stragrande maggioranza dei futuri aiuti letali e non letali all’Ucraina. […] Questo significa donare più munizioni ed equipaggiamenti, investire di più nella vostra industria della difesa e, cosa importante, parlare apertamente ai vostri cittadini della minaccia che l’Europa deve affrontare. Parte di questo è parlare in maniera franca alla vostra gente di come questa minaccia può essere affrontata soltanto spendendo di più nella difesa: il 2 per cento non è abbastanza. Il presidente Trump ha chiesto il 5 per cento e io sono d’accordo», ha avvertito Hegseth, ribadendo che «l’impegno Usa nella Nato e nella difesa dell’Europa non può più essere dato per scontato. La Nato deve essere una forza più potente e letale, non un club diplomatico. È tempo che gli alleati affrontino il momento». Da parte sua, Zelensky oggi appare molto più diplomatico che in passato. Ha confermato la disponibilità a raggiungere la pace con la Russia, commentando su X: «Nessuno desidera la pace più dell’Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l’aggressione russa e garantire una pace duratura e credibile». «Facciamolo», ha continuato Zelensky, aggiungendo che con il presidente Trump «abbiamo parlato a lungo delle opportunità per raggiungere la pace, discusso della nostra disponibilità a lavorare insieme a livello di team e delle capacità tecnologiche dell’Ucraina, inclusi i droni e altre industrie avanzate». Il presidente ucraino ha poi conclusi di essere «grato» a Trump per «il suo interesse in ciò che possiamo realizzare insieme». Mentre con il segretario al Tesoro, Bessent, Zelensky ha fatto sapere che sta discutendo «un nuovo documento su sicurezza, cooperazione economica e partnership sulle risorse». Staremo ora a vedere la reazione o il riposizionamento (c’è da aspettarselo) di tutti quelli - dalle cancellerie ai media mainstream - che si son detti a tutti i costi dalla parte di Kiev, perfino quando l’esercito ucraino attaccava pesantemente in terra russa, cosa avvenuta fino agli ultimi giorni dell’Amministrazione Biden. Di sicuro, la giornata di ieri è da considerarsi storica per tutti. (Fonte foto: Imagoeconomica) ABBONATI ALLA RIVISTA!

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