Sabato 25 Ottobre 2025

Le sparano in testa e guarisce. Il miracolo del nuovo santo venezuelano

Sarà canonizzato il medico José Gregorio Hernández Cisneros, ecco il miracolo che lo porta sugli altari dal racconto del medico di Caracas che lo ha vissuto

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È un medico, Alexander Krinitzky, e anche, inizialmente dubbioso, a fornire la testimonianza, dal punto di vista scientifico, di un evento inspiegabile sotto l’aspetto razionale, che porterà, presto, alla canonizzazione di José Gregorio Hernández, il "medico dei poveri" venezuelano, attraverso il riconoscimento della guarigione miracolosa di una bambina, in cui ci avrebbe messo il suo soprannaturale ausilio. Lo racconta Krinitzky stesso a Noticia Caracol. Siamo nel 2017 e la bambina in questione, Yaxury Solorzano Ortega, di soli 10 anni, subisce una grave ferita da arma da fuoco, durante un tentativo di rapina. I soccorsi, a causa di problemi nella comunicazione, arrivano con un ritardo che, nelle sue condizioni può essere fatale: ben 36 ore dopo. Il trasporto è difficoltoso e si registrano lesioni cerebrali gravi. L’intervento chirurgico [nell’ospedale Pablo Acosta Ortiz a San Fernando de Apure in Venezuela ndr ], come sottolinea Krinitzky, può soltanto limitarsi ad un “controllo dei danni” ovvero ad una semplice pulizia chirurgica con rimozione di frammenti ossei e metallici ed emostasi. «Il commento in sala operatoria era che se fosse riuscita a sopravvivere, la sua condizione neurologica sarebbe stata troppo precaria per permetterle di avere una vita normale», afferma Krinitzky, «perciò grande sorpresa quando, 10 giorni dopo, si risvegliò ed era totalmente normale». In effetti le condizioni in cui la piccola Yaxury è stata trasportata sono state piuttosto rocambolesche: al momento dell’aggressione, la bambina si trovava con suo padre, su una strada rurale, a bordo di una motocicletta oggetto del tentativo di rapina. Il padre ha cercato di fuggire e nel momento in cui ha girato la moto, i malviventi hanno sparato, colpendo la bambina. Incredibili le operazioni di soccorso con cui si sarebbe tentato di trasportare Yaxury in ospedale: prima la piccola sarebbe stata caricata su una canoa, poi sul dorso di un cavallo, finché, finalmente tramite un veicolo di fortuna, trovato in una fattoria, si sarebbe riusciti ad arrivare, finalmente, in ospedale. Ben 8 ore di tempo sarebbero passate fino alla prima visita in ospedale, dove la piccola, tuttavia, avrebbe ricevuto l’assistenza di un pediatra ma non di un neurochirurgo di cui l'ospedale era momentaneamente sprovvisto. «Noi eravamo a Caracas», continua Krinitzky, «ci hanno chiamato e ci hanno inviato le immagini via WhatsApp, a quel punto abbiamo deciso di viaggiare da Caracas a San Fernando per operare la bambina e cercare di darle una possibilità». Krinitzky ha descritto le condizioni di «una paziente davvero gravemente ferita, contaminata da una grande quantità di frammenti vegetali e metallici dovuti ai pallini del fucile, da frammenti ossei, con un cranio distrutto, un cervello devitalizzato con perdita di massa encefalica e completamente sanguinante». Condizioni disperate, insomma, che non facevano sperare nemmeno in un miracolo, tra i medici. E invece dopo 10 giorni, Yaxury si sarebbe totalmente ripresa, al punto da arrivare a camminare autonomamente. «Il miracolo l'ha chiesto e ottenuto sua madre, ma non l'ha detto a nessuno», sottolinea Krinitzky. Infatti la donna si sarebbe affidata all’intercessione del medico beato Josè Gregorio Hernandez Cisneros, ma inizialmente l’avrebbe tenuto per sé. In seguito, una serie di coincidenze miracolose avrebbe portato alla luce l’intercessione del medico beato. Infatti, due anni dopo l’accaduto Krinitzky avrebbe incontrato un sacerdote amico, Padre Numa Molina, che gli avrebbe suggerito l'ipotesi della guarigione miracolosa. Ipotesi che Krinitzky non poteva, in quel momento, valutare avendo perso i contatti con la famiglia della bambina da ben due anni. Ma, strana coincidenza, proprio la mamma di Yaxury, qualche giorno dopo la sua chiacchierata con Padre Numa, si sarebbe presentata nello studio del dottore e gli avrebbe raccontato di come, all’epoca dei fatti, dopo essersi affidata all’intercessione di Hernandez, nel momento in cui la bambina sarebbe entrata in sala operatoria, lei avrebbe sentito la presenza del beato, che abbracciandola, l’avrebbe rassicurata dicendole che sarebbe andato tutto bene. Di conseguenza Krinitzky si sarebbe affrettato a trasmettere queste rivelazioni al suo amico Padre Numa, non sapendo che questi, in quello stesso momento, si trovava incredibilmente a Roma, con la dottoressa Silvia Correales, nominata postulatrice della causa di canonizzazione di Hernandez. Entrambi, avrebbero, quindi, chiesto un rapporto dettagliato a Krinitzky, che glielo avrebbe fornito in tempi record, sulla base della documentazione preesistente e di una nuova valutazione della paziente. Il rapporto, inviato ai postulanti, a Roma, ha  contribuito alla decisione di riconoscere il miracolo. Un piccolo miracolo nel miracolo è, poi, stato l’impatto che la vicenda ha avuto su Krinitzky stesso: l'esperienza ha rafforzato la fede del dottore e la sua convinzione che «ogni situazione può avere un esito soddisfacente». Il medico avrebbe, inoltre, compreso tutta l'importanza di non perdere mai la speranza e di dare sempre al paziente l'opportunità di lottare. (Foto: screenshot, Noticias Caracol, YouTube) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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