Amorese (Fdl): «La mia legge per un consenso davvero informato e fermare il gender nelle scuole»
«Spesso i titoli di una lezione, uno spettacolo o un libricino sono innocui, ma poi dietro si cela altro. Ora basta», dice al Timone il parlamentare di Fratelli d'Italia, autore di una nuova iniziativa legislativa
Pacato ma determinato, Alessandro Amorese, 50 anni, deputato di Fratelli d’Italia intende fermare una volta per tutte l’ideologia gender nelle scuole. Per farlo, passando dalle parole ai fatti, lunedì pomeriggio ha depositato una proposta di legge, protocollata poi martedì alla Camera, per porre fine a quelle che, in ambito scolastico, definisce senza mezzi termini «storture culturali e contaminazioni ideologiche intollerabili all’interno del luogo deputato alla formazione del libero pensiero». Per sondare più nel dettaglio i contenuti della sua iniziativa legislativa – ma anche delle sue aspettative, in ordine a quello che ne sarà l’iter parlamentare -, Il Timone ha avvicinato l’esponente del partito di Giorgia Meloni.
Onorevole Amorese, partiamo con una domanda forse banale ma ineludibile: qual è esattamente lo scopo della sua proposta di legge?
«Non è una domanda banale ma fondamentale, nel senso che noi da anni assistiamo a tutti questi tentativi di mettere in campo anche in Italia questa teoria gender che non è vero che non esiste – perché una certa sinistra è brava ad imporre, spesso, le proprie parole e dalle parole si passa poi spesso ai fatti e poi quando capisce che quella parola rovina un certo stratagemma, dice che non esiste -, ma siccome, in Italia, ha preso meno campo rispetto ad altre nazioni, vicine o lontane che siano, i tentativi di veicolarla a macchia di leopardo sono all’ordine del giorno. Quindi questa proposta nasce con due linee guida, due concetti traccia».
Quali? «Il rispetto di ogni pensiero e di ogni impostazione delle famiglie italiane. Ogni famiglia deve avere la propria impostazione e non deve essere subire imposizioni sull’educazione dei figli, soprattutto quando si parla di affettività, sessualità ed etica. E poi c’è il tema del consenso».
Certo. «Quindi non si può secondo noi più imporre tutto ciò che sta intorno alla teoria gender – che è quanto di più pericoloso per la crescita dai bambini in su – senza il consenso informato e, come ho messo nella legge, molto informato delle famiglie».
Ritiene che, quindi, oggi il consenso informato per le famiglie italiane non sia adeguatamente tutelato? «Secondo noi no. Infatti abbiamo messo nero su bianco, nella proposta di legge, al fatto che i genitori debbano essere informato appieno dei contenuti di ogni tipo di disegno, proposta e cose fatte nelle scuole, perché spesso il titolo di una lezione, di uno spettacolo, di un libricino – e tutto quello che vogliamo esemplificare – sul momento può risultare innocuo, quasi simpatico, quando invece andando poi a vedere si addentra l’equivoco. D’ora in poi la scuola, se passerà la nostra proposta, la scuola dovrà però fornire tutti gli elementi affinché il consenso sia davvero informato»
Si aspetta una levata di scudi da parte della sinistra?
«Ma sicuramente, conoscendoli. Pur con ogni sfumatura – perché ognuno la dice in modo più o meno elegante – ci sarà una levata di scudi. E da una parte diranno che si lede l’autonomia, quando invece il contrario sulla base di quello che le ho detto prima, poi diranno che, chiaramente, si fa un processo alle intenzioni, perché il gender non esiste ed è solo la scusa della destra per non fare educare all’affettività i bambini; ma poi, che è la cosa, se vogliamo, più subdola che loro dicono, è che ormai le famiglie sono talmente distrutte che ormai i bambini devono prescinderne e quindi è la scuola che deve supplire a tutto questo. Ormai questo lo dicono in modo ormai molto molto plateale. Secondo noi invece è il contrario: la famiglia va rafforzata, anche quella che ha problemi – non è che noi viviamo su Marte. Sappiamo che in alcune zone dell’Italia, periferie o meno che siano – possono essere anche dei centri storici più facoltosi, dove peraltro votano a sinistra ,– ci sono famiglie che hanno problemi; spesso i problemi si superano, altre volte non si superano, ma i bambini non possono sempre rimanere in mezzo a tutto ciò».
La maggioranza di governo secondo lei darà seguito a questa iniziativa?
«La proposta di legge è molto equilibrata. Fissa dei punti e delega anche al Ministero, com’è giusto che sia, le linee guida e i criteri, e quindi sono ottimista. Su una proposta così, che non è ideologica ma è più pragmatica di tante altre, la maggioranza penso ci sarà; considero anche la possibilità di apportare delle correzioni, perché questa non è un totem. Quindi sono ottimista».
E i tempi per l’approvazione quali possono essere?
«Anche su questo sono abbastanza ottimista, perché secondo me, essendoci nella mia pdl una delega il Ministero, magari – chi lo sa - il Ministero, con un decreto, arriva prima dell’iter di una legge che in maggioranza magari ha una strada non privilegiata, ma leggermente più corta». (Foto: Imagoeconomica)