Mercoledì 12 Novembre 2025

Fine vita

Diego Dalla Palma programma la sua morte, siamo oltre l’eutanasia

Mentre si dibatte sul suicidio assistito, il re dei make up artist annuncia che uscirà di scena prima degli 80 anni con un farmaco letale già. Dai casi eccezionali a "invecchiare mi pesa", è un attimo. Il suicidio è servito

Diego Dalla Palma programma la sua morte, siamo oltre l’eutanasia

Diego Dalla Palma, 75 anni (Foto: Imagoeconomica)

La foto campeggia in taglio alto. Il «profeta» del make-up è ritratto quasi come un dio, giacca e dolcevita rossi, come la poltrona su cui siede e da cui sembra dominare tutto, non solo la propria immagine. E quel titolo «Diego Dalla Palma: “Ho programmato la mia morte, non arriverò a 80 anni. Con il sesso ho rischiato grosso. Ora esco dai social”». Dalle colonne del Corriere della Sera Giovanni Viafora firma un’intervista che lancia il libro di Dalla Palma ormai prossimo all’uscita e attacca subito sulla morte programmata. «Davvero se ne vuole andare?» - chiede -  «Sì. E se devo essere sincero ho già organizzato tutto. Con un avvocato e un notaio». Poi, il guru trucco e comunicazione, considerato uno dei pionieri del make-up professionale in Italia, spiega: «Non voglio assolutamente affrontare il numero 80 Non voglio! Ho deciso».

Classe 1950, parla con l’autorità di chi non accetta di essere contraddetto, solo che non si sta parlando del MyBoyToy mascara, ma di togliersi la vita, facendosi aiutare da un medico e da un notaio, pratica che en passant costituisce reato nel nostro Paese, ma il giornalista non sembra volerglielo ricordare e chiede soltanto le ragioni: «Comincio a sentire che alzarmi dalla sedia al cinema o a teatro, diventa una piccola umiliazione: traballo. – replica Diego Dalla Palma -  Devo cambiare le mutande due volte al giorno. La mente non è più quella di prima». Viviamo in tempi così, da un lato si depenalizza l’aiuto al suicidio in casi eccezionali, in presenza di sofferenze intollerabili e patologie inguaribili, dall’altro c’è chi dice che è pronto a lasciare la vita perché si deve “cambiare le mutande due volte al giorno”, segno che il punto non è certo la sofferenza fisica, ma l’illusione di poter autodeterminarsi e il tentativo di rendere il suicidio un’opzione non solo possibile, addirittura desiderabile.

«Mi aiuterà un medico: mi ha preparato un composto – spiega ancora il guru del make up -  Sarò da solo, in un luogo del cuore, all’estero. L’ultimo mese è tutto deciso. Prima trascorrerò un momento meraviglioso: mangerò bene, un buon vino. Ho architettato una situazione non teatrale, non plateale: riservata, tranquilla. Me ne andrò gioiosamente. Quello che mi è stato preparato è velocissimo: due, tre minuti. Una liberazione». Qualcuno potrebbe addirittura leggerla come un’istigazione al suicidio, ma ormai la finestra di Overton è già aperta, e un’intervista del genere non scandalizza più nessuno. Nemmeno quando parla di sesso, «Lo ho fatto ovunque: cabine telefoniche, bagni pubblici, parchi, cantieri dismessi, postriboli, cinema porno», persino «un’orgia con 19 persone» dagli orientamenti sessuali più diversi.

A fare impressione non è solo quello che Dalla Palma racconta, ma il fatto che che nessuno gli obietta. Se la morte programmata diventa un prodotto comunicabile senza più frizioni, sul principale quotidiano italiano da un giornalista obbligato come tutti a fare i corsi di deontologia, allora è evidente che abbiamo già accettato culturalmente un salto: quello in cui il suicidio non è più l’eccezione legata a sofferenze estreme, ma un’opzione tra tante legittime, una lezione di stile, un’uscita di scena invidiabile.

Ubriachi di autodeterminazione rischiamo di non vedere il vortice che ci tira giù, come una sfumatura impeccabile su una palpebra chiusa. Ma anche col trucco più glamour gli occhi vanno tenuti aperti, e quando è ora va pure rimosso il trucco, per vedere che la vita che ci resta è preziosa quanto quella che abbiamo alle spalle.

ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

LE ULTIME NOTIZIE

Cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

Acquista la copia cartacea
Digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Acquista la copia digitale