L'ideologia woke è in crisi ma non è ancora stata sconfitta. Il professor Luca Ricolfi, 74 anni, noto sociologo e teorico della Società signorile di massa - e in libreria ora con Il follemente corretto - ne è convinto. L'elezione di Donald Trump ha accelerato il processo di messa in discussione del woke, processo già in corso, ma in Europa permangono alcune sacche di resistenza. Del resto, gli otto anni di presidenza targata Barack Obama - la fase che Ricolfi individua come primogenita per il sostegno al woke - hanno lasciato strascichi anche nel Vecchio Continente. E l'Europa è «lenta» a recepire i processi di trasformazione.
Attenzione, infine, ai colpi di coda. E ai rischi che un certo modo d'interpretare il trumpismo porta con sé. Per Ricolfi, esistono dei rischi pure in relazione alla riaffermazione del «follemente corretto», ideologia woke compresa. Ma per capire meglio il punto di vista del sociologo, sulle pagine del Timone di giugno potete leggere la lunga intervista che gli ha fatto il giornalista Francesco Boezi. Ne esce un affresco a 360 gradi non solo su quello che è accaduto negli ultimi anni, ma anche su ciò che potrebbe accadere a breve. Perché le trasformazioni e le sorprese in questo periodo non mancano, ma l’ideologia non dorme mai.
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