La tragedia del sisma tra Turchia e Siria raccontata dal vescovo maronita di Aleppo monsignor Joseph Tobij, da padre Bahjat Elia Karakach, frate della Custodia di Terra Santa, e dalla responsabile Caritas Anatolia Giulia Longo
IMG pag 27Joseph Tobij (500X500) Mons. Joseph Tobij
IMG pag 27 padre Bahjat Elia Karakach (500X500) P. Bahjat Elia Karakach
Oltre 40.000 morti tra Turchia e Siria, è la cifra indicibile delle vittime che ha causato il terremoto che ha colpito nella notte tra 5 e 6 febbraio 2023 con le due scosse principali di magnitudo 7,8 e 7,6. «Le due placche, quella arabica e quella anatolica», implicate nello scatenare il sisma, «si sono spostate di tre metri, ma l’energia liberata dalla faglia ha causato una deformazione molto forte lungo 300 chilometri», ha notato il nostro Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Una devastazione che noi abbiamo visto con le immagini televisive, ma che, ci dice l’italiana Giulia Longo, responsabile coordinamento Caritas Anatolia, «non riescono a rendere bene ciò che è accaduto e sta accadendo…»
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