Contro una cultura anticristiana che troppi credono irreversibile, c’è un popolo che rialza la testa e non teme di essere minoranza. Un'altra reconquista è possibile
IMG_pag.VII-dossier(1000X1000) Parrocchia di Santa Maria de Caná, alle porte di Madrid
IMG_pag.IX-dossier(1000X1000) Santiago Abascal
IMG_pag.XIII-dossier(1000X1000) La resa di Granada, dipinto di Francisco Pradilla y Ortiz, 1882
Il vescovo di San Sebastián, José Ignacio Munilla, offre una intervista al Timone in cui parla di come riportare Cristo in una società che se ne allontana, in cui marxismo e liberalismo hanno finito per saldarsi. «Oggi un laico di destra e uno di sinistra», dice, «la pensano allo stesso modo».
D’altra parte se la stampa laicista sottolinea i numeri e le cifre pesantemente negative di una Chiesa che soffre, quello che tace è che il fuoco dello Spirito non è spento. C’è un popolo che lotta per la propria fede e avanza, come dimostra il reportage di Luigi Piras.
Francesco Giubilei analizza la deriva politica che ha attraversato la Spagna e che ha avuto in Zapatero uno dei suoi simboli. Ma non è mancata la reazione dal basso, a farsene portavoce è stata la formazione guidata da Santiago Abascal.
Dal regno dei visigoti, all’invasione islamica, all’alleanza fra i regni cristiani per reimpossessarsi della terra iberica: la complessa storia della Reconquista incontra un interesse crescente. Emiliano Fumaneri ci aiuta a comprenderla fuori dalle secche del politically correct, anche da qui passa l’hispanindad...
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