Cristiani perseguitati
Se a difendere i cristiani della Nigeria ci deve pensare Niki Minaj
A sorpresa, la rapper ha dimostrato più coraggio del 99% dei politici occidentali
25 Novembre 2025 - 00:05
(Account X Catholic Arena)
Niki Minaj, rapper, cantante attrice, una vera popstar, siamo abituati a vederla sui palchi di tutto il mondo, di certo non ci aspetteremmo di vederla come relatrice, niente meno che all’ Onu, impegnata in un discorso coinciso e deciso in cui denuncia e condanna le discriminazioni religiose in Nigeria: «Nessun gruppo dovrebbe essere perseguitato per la propria fede». La cantante ha denunciato «gli attacchi alle chiese e contro le famiglie, distrutte semplicemente per come pregano». Minaj non ha mai fatto mistero della propria fede cristiana, ma ha anche spiegato che «difendere la libertà religiosa non è una questione di schieramenti, ma di umanità».
Discorsi che nemmeno dai politici occidentali vengono mai portati avanti. Come ha sottolineato la pop star, la religione non può essere un motivo di divisione: «Questo non riguarda il prendere una parte o l'altra - ha detto - ma l'unire l'umanità di fronte all'ingiustizia. È ciò che ho sempre difeso anche nella mia musica». Il suo intervento è arrivato dopo le dichiarazioni di Trump, che aveva evocato possibili azioni militari se le violenze contro i cristiani in Nigeria non si fossero fermate. E ringrazia il Presidente per averla voluta come relatrice all'evento organizzato dall'ambasciata statunitense e «per aver dato priorità al tema».
Come ci si aspettava, il suo intervento ha suscitato polemiche: le autorità nigeriane hanno replicato che la sua è «una grossolana rappresentazione distorta della realtà». Un funzionario ha detto che «i terroristi attaccano tutti coloro che rifiutano la loro ideologia omicida - musulmani, cristiani e persone senza fede allo stesso modo». I dati, che parlano di un vero e proprio massacro tra i cristiani, sembrano smentire queste parole. Tra l’altro sul numero del Timone di dicembre 2025, in uscita a breve, avremo non uno bensì tre vescovi nigeriani che racconteranno in esclusiva sulle nostre pagine quello che sta accadendo in Nigeria (motivo in più per abbonarsi in questi giorni di Black Friday).
Si pensi che solo questa settimana, due persone sono state uccise in un attacco a una chiesa a Kwara, mentre un gruppo di 25 ragazze, che la BBC ha detto essere musulmane, è stato rapito da una scuola. Inoltre mercoledì scorso, la polizia nigeriana nello stato sud-occidentale di Kwara ha confermato un attacco mortale a una chiesa nella città di Eruku, dove il giorno precedente dei terroristi avevano aperto il fuoco sui fedeli, uccidendo due persone e rapendone diverse altre. I media locali, inoltre, riferiscono che uomini armati, identificati dai residenti come banditi, hanno fatto irruzione nella Chiesa di Cristo Apostolico durante l’incontro serale del martedì sera, sparando al pastore e radunando i fedeli sotto la minaccia delle armi.
Gli ultimi attacchi - come quelli dei 300 studenti, 250 dei quali ancora nelle mani dei loro sequestratori - hanno scatenato frustrazione e rabbia in tutta la Nigeria a causa di quella che molti avvertono come un'ondata incessante di insicurezza che sta colpendo soprattutto le comunità rurali, le chiese, le scuole e le principali vie di trasporto. Inoltre, mercoledì scorso, il presidente Tinubu ha dichiarato di essere «pienamente informato del recente aumento dell'estremismo violento in tutto il paese» e avrebbe chiesto alle agenzie di sicurezza di rispondere con urgenza e decisione a quelli che ha definito attacchi da parte di "terroristi senza cuore". Minaj ha descritto la Nigeria come una nazione «bellissima con profonde tradizioni di fede» e fa molto riflettere il fatto che la sua apparizione all'ONU sia considerato, ad oggi, l’ intervento politico di maggior profilo.









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