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Un’agenda cattolica rivolta ai partiti
NEWS 13 Agosto 2022    di Redazione

Un’agenda cattolica rivolta ai partiti

«Abbiamo elaborato sessantacinque obiettivi concreti e realizzabili poi sintetizzati in una lettera-aperta di dieci priorità e «una scelta» di fondo». È frutto del lavoro di circa 80 associazioni della galassia cattolica, dal Movimento per la vita ai Medici cattolici, dall’Associazione Giovanni XXIII all’Ucid, da Provita&Famiglia al Family day, per citarne alcune, che dal 9 marzo scorso stanno provando di condividere una piattaforma denominata “Sui tetti” da dove proporre un’agenda cattolica alla politica.

Con lo scioglimento della Camere e il voto del 25 settembre, il gruppo, che tenta di vincere il particolarismo che spesso affligge il mondo cattolico, ha dovuto comunque accelerare il passo e ha presentato in questi giorni una lettera aperta rivolta ai candidati e a chi governerà l’Italia dopo le urne.

Al centro delle loro proposte c’è una scelta di fondo, ossia quella per la dignità dell’uomo come valore assoluto e non a velocità variabile. «Il nuovo Parlamento dovrà cioè preliminarmente decidere», hanno scritto in una nota, «se, come successo nell’attuale legislatura, continuare o meno a usare la forza della legge per imporre al popolo convinzioni antropologiche ed etiche che, secondo il principio di laicità dello Stato, dovrebbero invece essere lasciate alle valutazioni di ciascuno e al maturare di un dialogo di esclusivo appannaggio della società italiana».

Da questa scelta di fondo si delineano le altre proposte. Innanzitutto quelle per «contrastare il baratro demografico», come ad esempio «rifondare il fisco attorno al “noi familiare” e alla maternità» e poi «rivedere l’assegno unico universale, subito sganciandone la parametrazione dell’importo dall’ISEE, così penalizzante per le famiglie con figli». Proprio sull’assegno famigliare viene lamentato (ne abbiamo parlato sul Timone qui) «stupore e rammarico» per quanto disposto nel D.L. aiuti bis varato dal governo Draghi, in quanto «riduce di ben 630 milioni lo stanziamento a favore delle famiglie deprimendo quanto stanziato per l’“assegno unico”». Altre misure proposte riguardano «la disciplina lavoristica per rendere vantaggioso per datori di lavoro e clienti il lavoro svolto da madri di figli piccoli».

A difesa della maternità e della vita si propone di «rendere effettiva la prevenzione dell’aborto, come previsto dalla legge 194», lasciando però insoluto il tema dell’intrinseca ingiustizia di questa legge. Si propone anche di fermare «la banalizzazione della stessa i.v.g., che lascia sola la donna come accade nella domiciliarizzazione dell’aborto chimico introdotta con circolare ministeriale». Contrarietà a qualsiasi «aggiramento del divieto di maternità surrogata» e impegno per «allontanare l’ideologia iper-relativista e contro la dimensione femminile del gender dagli ambiti educativi e formativi».

Sempre in tema vita, si propone, di «garantire cure e assistenza continuative e “H 24” ai disabili e ai malati gravi col finanziamento delle cure palliative, ancora ben lontano dal minimo necessario previsto dalla legge n. 38/2010».

Lotta senza quartiere alla droga, libertà educativa reale ed effettiva, più sussidiarietà. Sul ruolo dell’Italia in Europa sono interessanti i passaggi riguardanti la necessità di favorire «il rispetto del diritto internazionale rafforzando le iniziative per giungere urgentemente a una tregua e alla pace» in Ucraina. Inoltre si chiede che «siano inseriti il diritto alla protezione della vita nella Carta dei diritti UE e l’obiettivo della piena occupazione nello Statuto della BCE».


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