Sabato 25 Ottobre 2025

Il più giovane notaio di Spagna: «Con Gesù sono più felice»

Ha 24 anni, studiava 15 ore al giorno per prepararsi. Ma il suo segreto è la fede

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Si può cambiare il mondo anche un notaio alla volta. E un insegnante, un consulente, un addetto alle pulizie alla volta. Ciò che emerge dalla storia di questo giovane spagnolo è che non sono le circostanze né le scelte professionali in sé a portare bellezza nella propria vita e intorno ad essa, ma la compagnia che si sceglie. Bene, Fernando Frías ha studiato a ritmi straordinari e ha raggiunto il titolo di notaio, professione che esercita già all'età di 24 anni, e testimonia che ciò che gli ha cambiato l'esistenza, compreso il modo di studiare e il gusto nel farlo, è stato l'incontro con Cristo. Su religion en libertad è riportata la storia che il giovane madrileno stesso ha raccontato nel Podcast di Luis Usera, "Con P de Podcast", «Questo giovane lavora già come notaio a Cedeira (La Coruña) e la sua storia ha fatto il giro di tutta la Spagna. La sua perseveranza e dedizione hanno lasciato senza parole chiunque abbia conosciuto il suo percorso, soprattutto considerando il raggiungimento di un livello mai raggiunto prima. Durante la preparazione per questo esame, ha studiato con rigore e disciplina, dalle 14 alle 15 ore al giorno, senza uscire di casa e concentrandosi esclusivamente su questo obiettivo. Ha persino perso massa muscolare e persino i capelli. Ma alla fine, la sua tenacia è stata ampiamente ricompensata. E questo include l'aiuto di Dio, di cui parla pubblicamente nelle interviste rilasciate dopo questo grande traguardo, che lo ha reso il miglior candidato per la professione di notaio mai registrato.» In questo percorso impegnativo al limite della resistenza psico-fisica il fattore decisivo è stata la sua conversione alla fede cattolica. Dio è diventato presente e operante nelle sue giornate, nei suoi pensieri, nell'energia e nella gioia che ha sperimentato insieme alla fatica che pure è rimasta. Non ha potuto godere di una educazione religiosa nella sua famiglia, anzi ha patito la ferita della separazione dei suoi genitori, come capita a migliaia di bambini (senza che questo male comune apporti alcun reale gaudio). Il primo incontro significativo con Dio è avvenuto attraverso un corso di teologia scoperto all'Università Francisco de Vitoria (chissà che lo Spirito stesso non gliel'abbia suggerito) : «lo ha portato, dice, a "ripensare molte cose", fino a giungere alla convinzione che "quando sono vicino a Gesù, sono più felice".» La sua conversione è maturata attraverso la sincera ricerca della verità che lo animava, una verità che ha voluto servire anche nello studio e nel lavoro. «Alla fine della nostra vita, saremo giudicati da quanto abbiamo amato, e da quanto abbiamo amato in ogni cosa: a casa, nella nostra professione, con i nostri amici... Questa è la cosa più importante» dichiara Fernando nella puntata a lui dedicata.

«Quando ero chiuso nella mia stanza, pregavo e tenevo molto presente Dio. Mi sono successe molte cose in quel periodo. Studiavo 14 o 15 ore al giorno e mi rendevo conto di avere una forza al mattino, una forza che veniva dallo Spirito Santo; era qualcosa di tangibile». Una bella conferma della reale presenza della Terza persona della SS Trinità e dell'efficacia dei doni che porta, oltre che una lezione per chi rischia di ridurre l'azione dello Spirito a valore simbolico, a metafora o, peggio, a energia che possiamo canalizzare noi, dirigere a nostro piacimento. Per Fernando è evidente quanto fosse una presenza da invocare e lodare e un protagonista misterioso ma efficace pure nella sua storia personale e in cose normali, sebbene impegnative, come lo studio. «Nonostante i giorni di maratona, non si è mai fermato. Afferma di aver persino chiesto a Dio di mandargli un piccolo malanno, febbre o tonsillite, per potersi fermare perché era "esausto". Tuttavia, Fernando afferma che, lungi dal mandargli questi malanni, Dio "mi ha mandato una gioia e una forza immense".»

Ora riconosce l'azione attiva della Provvidenza anche nel suo passato e nel cammino che l'ha portato a Cristo. «La sperimento ogni giorno, ma credere non è la stessa cosa che praticare. La gente pensa che solo chi ha la grazia possa credere, ma è anche una questione di forza di volontà, di voler credere», aggiunge. Una pratica che gli dà particolare beneficio è quella della lettura della Parola; su consiglio di un'amica ha cominciato a leggere quotidianamente il Vangelo e questo ha significato «una grande "trasformazione nella sua vita", un'enorme "felicità"». Tutto entra nello sguardo di Dio, ogni cosa riceve luce dalla Sua parola: «quando la mattina legge un brano come "Non giudicate e non sarete giudicati" e poi arriva in ufficio e si imbatte in un problema, il Vangelo gli dà quella forza in più per affrontare situazioni complesse. "Ti aiuta a essere migliore", conclude». Il frutto più bello della sua conversione e della vita spirituale che ha iniziato a nutrire è la testimonianza, non può tenere per sé una tale gioia: «"Non posso rimanere in silenzio; devo condividerla". Ed essere cristiano, aggiunge, non è facile "perché richiede coerenza in tutti gli ambiti della vita". E per raggiungere questo obiettivo, fa molto affidamento sulla preghiera. "Ho visto il potere della preghiera".» (Foto: screenshot ConPdePodcast, YouTube/Pexels.com) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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