Dare il congedo di paternità soltanto ai padri è incostituzionale. Ha diritto ai dieci giorni di ferie anche chi è legalmente riconosciuta come madre intenzionale (colei che, in una coppia di due donne, non è la madre biologica ma ha “prestato il consenso alla pratica fecondativa”) di un bambino concepito all'estero con procreazione medicalmente assistita. Lo ha stabilito la sentenza 115 della Corte costituzionale, su una questione sollevata dalla Corte d'appello di Brescia. È stata ritenuta “irragionevole la disparità di trattamento” tra coppie di genitori eterosessuali e omosessuali dell'articolo 27-bis del decreto legislativo numero 151 del 2001, che riservava il congedo di paternità ai padri ed è stato perciò reputato costituzionalmente illegittimo.
“È ben possibile – si legge sul comunicato – identificare nelle coppie omogenitoriali femminili una figura equiparabile a quella che è la figura paterna”. Forse sotto una lente ideologica sufficientemente spessa una seconda madre adottiva è del tutto simile a un padre. In nome di questa ideologia la magistratura sembra essersi arrogata il diritto di normalizzare, un tassello alla volta, le famiglie omosessuali: era sulla stessa linea la sentenza dello scorso 22 maggio con cui la Corte costituzionale aveva già legittimato la figura della madre intenzionale dei bambini concepiti all'estero con procreazione assistita, di fatto avallandone la pratica.
Basta mantenere il velo d'ipocrisia e andare in un Paese in cui è un trattamento legale anche per le coppie omosessuali, e una volta tornate in Italia saranno considerate alla pari di genitori eterosessuali. Non riconoscere la seconda madre, secondo la Corte, non è nei migliori interessi del bambino ed è contro l'articolo 2 della Costituzione, perché non gli garantisce “sin dalla nascita uno stato giuridico certo e stabile”.
È risaputo che l'Assemblea Costituente, quando parlava di diritti inviolabili dell'uomo, pensava specificatamente a quello di avere una seconda mamma al posto del proprio padre biologico. Nel frattempo meno di un anno fa il Senato ha approvato il disegno di legge che rende l'utero in affitto reato universale, anche quando viene compiuto in Paesi in cui è legale. Ma la magistratura va in direzione ostinata e contraria. Il congedo della madre intenzionale viene comunque definito “di paternità”.
Si continuano quindi a riconoscere tutele nettamente diverse ai due genitori, secondo i diversi compiti biologici e sociali, ma allo stesso tempo viene reputato completamente normale che un bambino non abbia uno dei due. Se il padre ha dieci giorni di congedo e la madre cinque mesi, significa che c'è un particolare ruolo che solo la mamma può svolgere. Come si può tollerare, allora, che un bambino non stia con la propria? O forse bisogna porre rimedio anche a questa disparità e dichiarare al più presto incostituzionale il fatto che a rimanere incinte e allattare siano solo le donne.
ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!