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Censure che vanno e censure che vengono
NEWS 7 Aprile 2021    di Lorenzo Bertocchi

Censure che vanno e censure che vengono

In materia di controllo preventivo delle opere da diffondere, censura, in Italia si dà la notizia dell’abolizione di quella «cinematografica». Il ministro Dario Franceschini ha «definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti». Ora resterà una «commissione» che dovrà controllare il sistema di «autoregolamentazione», per cui produttori e distributori dovranno autoclassificare il film per l’uscita in sala. Nel caso dell’uscita del film nelle piattaforme, quelle che vanno per la maggiore come nuovo focolare domestico, il ministro lascia tutto al parental control.

Tutti entusiasti quindi, tutti felici, tutti liberi. Nel frattempo, nel maremagnum dell’informazione on line c’è chi decide preventivamente quali opinioni far passare e quali no, quali notizie dare e quali omettere, cosa è fake news e cosa debunking. Su una materia da niente, come la pluralità dell’informazione, c’è chi oblitera qua e là.

Quindi, si potrà vedere tutto Ultimo tango a Parigi, con Marlon Brando e Maria Schneider che se le danno di santa ragione, ma non è detto che si possa decidere liberamente come informarsi.

Se la libertà degli artisti deve essere selvaggia, quella di chi vuole informarsi è meglio tenerla addomesticata? A volte il dubbio assale, saranno questi i nuovi bigotti? Se con l’abolizione della censura del ministro Franceschini abbiamo liberato la filosofia del boudoir nel cinema (salvo classificazioni e parental control), perché non liberare anche la filosofia della realtà? Almeno con un parental control.


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