Lunedì 15 Dicembre 2025

Leone XIV: «Il matrimonio non è un ideale ma il canone del vero amore»

Il Papa celebra il Giubileo delle Famiglie in Piazza San Pietro: “Dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli”

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“L’amore coniugale è totale, fedele e fecondo” — così recita il n. 9 dell’enciclica Humanae vitae di San Paolo VI, un passaggio che il Santo Padre Leone XIV ha scelto di porre al centro della sua omelia in occasione della Messa per il Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, celebrata questa mattina, VII Domenica di Pasqua, in Piazza San Pietro.

Richiamandosi alla dottrina della Chiesa e all’esperienza concreta della vita familiare, Leone XIV ha affermato con forza che “il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna”. Un amore che non si fonda su sogni o aspirazioni astratte, ma che si radica nella realtà quotidiana, nella fedeltà, nella fecondità e nella coerenza vissuta. Un amore capace di rendere “una carne sola” e, a immagine di Dio, di generare la vita.

A rendere ancora più concreto questo messaggio, il Papa ha richiamato alcuni esempi luminosi di santità coniugale che la Chiesa ha riconosciuto negli ultimi decenni. Ha citato Louis e Zélie Martin, genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino; i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, la cui testimonianza si svolse a Roma nel secolo scorso; e la famiglia polacca Ulma, genitori e figli uniti nell’amore e nel martirio. Non si tratta solo di figure eccezionali, ma — ha sottolineato Leone XIV — di “segni” che fanno riflettere: “Il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio”.

Nel cuore dell’omelia, il Papa ha fatto risuonare l’intensa preghiera di Gesù al Padre, tratta dal Vangelo di Giovanni: “Che tutti siano una sola cosa”. Non un’uniformità indistinta, ma una comunione profonda, fondata sull’amore stesso di Dio. “Gesù ci rivela che Dio ci ama come ama sé stesso. E la sua preghiera agisce come un balsamo sulle nostre ferite, diventando per tutti annuncio di perdono e di riconciliazione”.

Il Pontefice ha quindi invitato gli sposi a essere esempi di coerenza per i figli, educandoli “alla libertà mediante l’obbedienza” e cercando sempre il loro bene. Ai figli ha chiesto gratitudine verso i genitori, ricordando che dire “grazie” è il primo modo di onorare il padre e la madre. Ai nonni e agli anziani, infine, ha affidato il compito di vegliare con saggezza e compassione, trasmettendo la fede “insieme alla vita”.

In conclusione, il Papa ha rilanciato un messaggio di speranza e responsabilità: “Dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli”. Un futuro che si costruisce ogni giorno nelle case, nei legami, nelle relazioni che uniscono generazioni diverse, ma sempre chiamate a essere “una cosa sola” nell’amore di Cristo.

Una festa della famiglia, dunque, non solo celebrata, ma rilanciata come progetto di vita, di Chiesa e di società.

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