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News Gennaio 2016

Circo Massimo. Quello che politicanti e vescovi pilota dimenticano: cià che facciamo in vita risuona nell’eternità

29-01-2016

«A tre settimane da oggi, io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perchè così sarà! Serrate i ranghi! Seguitemi! Se vi ritroverete soli, a cavalcare su verdi praterie col sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perchè sarete nei Campi Elisi, e sarete già morti! Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità!» (Dal film «Il Gladiatore»)

L’ex modello che «incontra» la regina Isabella per l’inizio della canonizzazione e si fa prete

29-01-2016

Josè Luis Rubio Willen, parroco di El Carpio (Valladolid), ha 69 anni. Guardando indietro, riconosce: «Duravo poco nelle cose, e in seguito, quando ero già sacerdote, ho saputo il perchè: quello che Dio aveva riservato per me nella mia vita era questo finale. Come con Sant'Agostino»

«Per che cosa si deve combattere? Per l’umano e per l’eterno». Se don Giussani fosse qui, ora

28-01-2016

Se Giussani fosse qui: questo potrebbe essere il titolo alternativo o il sottotitolo del libro attualissimo e interessante scritto a due mani da Francesco Amato e don Gabriele Mangiarotti. Il titolo vero è una frase di don Giussani: «Per che cosa si deve combattere? Per l'umano e per l'eterno» (Ed. Ares - pp. 128 - € 12) e risponde sostanzialmente alla domanda, quanto mai incombente e attuale in queste settimane, in questi giorni: come deve porsi un cristiano di fronte allo spirito del mondo, agli orientamenti che chi detiene il potere in un dato periodo storico vuole affermare come bene e sentire comune? L'altra grande questione, a cui si cerca di dare una risposta è la seguente: è possibile e, nel caso, anzi necessario adattare i contenuti del Vangelo e della Tradizione ai tempi e alle situazioni? Oggi, in particolare, che il mondo vuol fare a meno di Dio, ha senso continuare a dare testimonianza pubblica del proprio credo? O piuttosto, a maggior ragione quando ci si trova palesemente in condizioni di minoranza, la fede andrebbe custodita come un fatto intimo, qualcosa che non abbraccia la totalità dell'espressione dell'io a livello personale e sociale? La forma del libro è un'intervista, in cui il fondatore di Comunione e Liberazione dà le risposte. Ecco come nell'introduzione gli autori spiegano genesi e formazione dell'opera: «Quante volte ci eI€ sembrato che quella sua parola avesse una forza che superava il momento e la contingenza, anche rispetto alle problematiche piuI€ gravi! 'Che cosa avrebbe detto don Giussani? Come avrebbe risposto lui, come si sarebbe comportato in questa mia stessa situazione?'. Allora, trovandoci davanti alle domande e circostanze di oggi, eI€ nato in noi il desiderio di leggere, prima, e poi di trascrivere ciòI€ che questo nostro grande maestro aveva detto e scritto nell'affrontare questioni e situazioni simili. Integralmente, senza neppure alterare una virgola delle sue parole. E questo dialogo, che pure va definito «virtuale», ci eI€ sembrato un ulteriore gesto di amicizia sua nei nostri confronti, e nostra nei confronti di chi vorràI€ fare con noi un pezzo di strada. Rispetto alla grande crisi del tempo presente, che eI€ crisi sociale, religiosa, politica ed economica e di fronte alle difficoltaI€ del nostro vissuto quotidiano nell'affrontare la realtà alla luce della fede, la prima domanda che informa questo testo eI€: del Gius danno seguito a questo impulso interiore. Abbiamo, quindi, riportato alcuni pensieri del fondatore con libertaI€, scegliendo quei passi che ci hanno fatto vibrare, in cui abbiamo trovato argomenti e luce ai nostri quesiti, al nostro travaglio odierno». Gianfranco Amato è un avvocato, opera nel campo della bioetica ed è presidente nazionale dell'organizzazione Giuristi per la Vita. A metà degli Anni '70 conobbe Gioventù Studentesca: da allora segue l'esperienza di Comunione e Liberazione. Gabriele Mangiarotti è un sacerdote, è responsabile dell'Ufficio per la Pastorale scolastica e la Cultura della diocesi di San Marino-Montefeltro. Pubblicista, nel 2001 ha fondato il sito Cultura­Cattolica.it, di cui è responsabile. Nel 1962, quando frequentava la I Liceo, ha incontrato don Luigi Giussani e ha subito abbracciato il Movimento da lui fondato.

«Domine, quo vadis?». «A Roma, per essere di nuovo crocifisso». Con Pietro, verso il Circo Massimo

28-01-2016

Narra la leggenda che all'apostolo Pietro in fuga da Roma per scampare alla persecuzione di Nerone, sia apparso sulla via Appia Gesù con la Croce. Alla domanda di Pietro «Domine, quo vadis?», Gesù avrebbe risposto: «A Roma, per essere di nuovo crocifisso». Pietro, compreso il rimprovero, tornò sui suoi passi ed affrontò il martirio.Ecco mi piace immaginare Pietro percorrere a ritroso la via Appia Antica, passare sotto Porta San Sebastiano e, sempre dritto, continuare per via delle Terme di Caracalla fino ad arrivare lì, proprio di fronte al Circo Massimo.

Svetlana Allilueva, figlia di Stalin: «L’antisemitismo? Praticamente lo inventà mio padre»

28-01-2016

«Negli anni del dopoguerra l'antisemitismo diventò l'ideologia ufficiale e militante, sebbene la cosa venisse tenuta nascosta in ogni modo. Ma dappertutto si sapeva che nella selezione degli studenti e nell'assunzione al lavoro la preferenza si dava ai russi, mentre per gli ebrei era sta sostanzialmente stabilità una percentuale che non si doveva oltrepassare […]. Nell'Unione Sovietica l'antisemitismo era stato dimenticato soltanto nel primo decennio dopo la rivoluzione. Ma, con l'esilio di Trozki, con l'annientamento dei vecchi comunisti negli anni delle purghe, molti dei quali erano ebrei, l'antisemitismo era risorto su una nuova base e innanzi tutto in seno al partito»

«L’omosessualità non è normale. Tollerarla è il declino dell’Occidente». Parola di un’atea lesbica

28-01-2016

Lei è Camille Paglia, una delle intellettuali meno allineate e libere del mondo

Paolo VI parla a noi: non dovremo temere di essere minoranza, se saremo fedeli alla verità

27-01-2016

«Non pensiamo che tutto sia qui; non crediamo che fin d'ora tutto sia festa per noi. Se vogliamo inaugurare nuovamente e promuovere la civiltà dell'amore non dovremo illuderci di poter cambiare questi anni stretti negli argini del tempo in un fiume di perfetta felicità. Il Signore ora ci dà, sì, la novità della grazia e quindi della sua gioia, ma non ora la gloria, non la perfetta misura di esperienza di Lui, riservata dopo l'ultimo giorno, alla foce del tempo, quando noi saremo simili a Lui, perchè Lo vedremo Cosi com'Egli è (1 Io. 3, 2). Noi ora vediamo, come scrive S. Paolo, quasi in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo a faccia a faccia (1 Cor. 13, 12).Perchè accenniamo a questa distanza di tempo e di visuale dal conseguimento della vera e perfetta forma di vita cristiana a noi assegnata? Oh! il perchè lo sapete, e questo non deve turbare la nostra sicurezza e la nostra gioia anticipata e sperata. Il perchè è la Croce, eretta al valico sommo fra la vita presente e quella futura. La Croce non solo fa parte, ma costituisce il centro del mistero d'amore, che abbiamo scelto come vero e totale programma della nostra rinnovata esistenza. In verità, in verità vi dico, insegnò Cristo al termine dell'ultima cena, voi piangerete e vi rattristerete, e il mondo godrà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia (Io. 16, 20). Egli aveva già detto: Chi ama la propria vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna (Io. 12, 25).Questo fisso ricordo ci conforterà in questa presente e terrena vicenda non a temere, ma a essere forti; non volubili, ma coerenti; non paghi delle fallaci mercedi del mondo; ma desiderosi del Regno di Dio. Non dovremo temere, un giorno, d'essere forse in una minoranza, se saremo fedeli; non arrossiremo dell'impopolarità, se saremo coerenti; non faremo caso d'essere dei vinti, se saremo testimoni della verità e della libertà dei figli di Dio (Cfr. Rom. 8, 21)».

«Noi non ci arrenderemo mai, mai, mai». Il video del Family Day 2016. A noi la battaglia, a Dio la vittoria

27-01-2016

«Anche se ampi territori d'Europa e molti antichi e famosi stati sono caduti o stanno per cadere nelle grinfie della Gestapo e sotto le odiose norme dell'apparato nazista, noi non demorderemo nè verremo meno. Noi procederemo fino alla fine. Noi combatteremo in Francia, noi combatteremo sui mari e sugli oceani, noi combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell'aria. Noi difenderemo la nostra Isola, a qualunque costo. Noi combatteremo sulle spiagge, noi combatteremo nei luoghi di sbarco, noi combatteremo sui campi e sulle strade, noi combatteremo sulle colline; noi non ci arrenderemo mai; e anche se, cosa che io al momento non credo [si avveri], quest'Isola o una gran parte di essa venisse sottomessa ed affamata, allora il nostro Impero d'oltremare, armato e difeso dalla Flotta Britannica, continuerà la battaglia finchè, quando Dio vorrà, il Nuovo Mondo, con tutta la sua potenza e la sua forza, verrà a soccorrere ed a liberare il Vecchio».

Filippine, la «Messa antica» del card. Zen al Congresso eucaristico internazionale, la prima volta dal 1970

27-01-2016

Il blogger cattolico Carlos Antonio Palad, membro della Fondazione Fidei Defensores, dice che sono soprattutto i giovani quelli che frequentano volentieri il Rito antico della liturgia

Family Day: l’orrore generato dalla menzogna che impedisce di restarsene comodi a casa il 30 gennaio

27-01-2016

E agghiacciante la tragica naturalezza dell'orrore generato dalla menzogna del demonio. E sufficiente un servizio televisivo per capire perchè non si può restare chiusi in casa, in parrocchia o nel proprio movimento il 30 gennaio; se, è ovvio, abbiamo sperimentato, anche solo una volta nella nostra vita, la dolcezza dell'amore di Dio che ci ha strappato dall'abbraccio mortale del demonio.

La Chiesa non vieta tutte le tecniche di assistenza alla fecondità . Vieta ovviamente solo quelle immorali

26-01-2016

Lo spiega il francescano Maurizio Faggioni, docente di Teologia morale alla Facoltà teologica dell'Italia centrale Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE

Quei ministri dell’NCD che al Famiily Day vorrebbero tanto andare, ma putroppo hanno già altri impegni…

26-01-2016

I ministri Angelino Alfano e Beatrice Lorenzin, cioè quel che resta dell'NCD nel governo, dovrebbero rappresentare l'anima cattolica del centrodestra, ma non se lo ricordano

Tv2000 le ha provate tutte per laicizzarsi e sembrare «in uscita». Niente da fare: è il Rosario che «tira»

25-01-2016

Un successo arrivato in silenzio. E forse non poteva che essere così. Una specie di piccolo miracolo televisivo che si ripete ogni giorno, alle 18. Tra telefilm, telegiornali e sitcom c' è una rete che fa registrare ascolti da generalista: Tv2000. L' emittente della Conferenza episcopale italiana diretta da Paolo Ruffini è in continua crescita: in un anno (dal 2014 al 2015) gli ascolti sono aumentati del 16,2%. Ma il vero caso nel caso è rappresentato dal rosario mandato in diretta da Lourdes. E in quel momento che lo share della rete fa clamorosi passi in avanti, andando molto spesso a battere gli ascolti di canali, non solo nativi digitali (Rai Movie, La5, Real Time, per dire), ma anche i primissimi tasti del telecomando. Nel 2015 la media del «Rosario» è stata del 4,12%, con un picco del 6,79%. Numeri a cui farebbe volentieri la firma La7, ad esempio, da anni in affanno nel suo pomeriggio al momento affidato a serie non proprio tra le più accattivanti come «L' ispettore Barnaby» e «Il commissario Cordier», che si stabilizzano il più delle volte tra l' 1 e il 3% (scarso). Ma anche percentuali che mettono spesso in difficoltà reti come Rai2, Italia 1 e Rete4. Il fenomeno poi diventa ancora più sorprendente se si considera la semplicità dell' idea: un paio di telecamere (letteralmente due) che - senza particolari sforzi di regia - inquadrano la famosa grotta per mezz'ora, durante il Rosario, appunto. Un altro segno che - sarà per l' argomento, sarà per il pubblico - la religione in tv funziona. Non solo su Tv2000, che oltre al caso piuttosto clamoroso del Rosario, ha toccato il 2,15% anche con un programma come «Sulla strada», alla cui guida c' è don Dino Pirri, il prete che per primo ha spiegato il Vangelo sui social network (è suo anche il libro Cinguettatelo sui tetti - Il Vangelo di Marco su Twitter). E che vede una crescita sproporzionata degli ascolti ogni volta che segue il Papa (ad esempio: quando lo scorso 21 giugno era a Torino, si è arrivati al 5,29% di share). Il fatto che la religione in tv sia fonte di ascolti lo si deduce anche dall' esperimento riuscito di un programma come «La strada dei miracoli» (Rete4), o dal successo di una fiction come «Don Matteo», con Terence Hill. Chissà se senza quella tonaca sarebbe stato lo stesso.

Un grande convegno alla Gregoriana contro i tentativi di minare il celibato sacerdotale

25-01-2016

«Il celibato sacerdotale (...) conserva tutto il suo valore anche nel nostro tempo, caratterizzato da una profonda trasformazione di mentalità e di strutture». Parole che paiono scritte oggi, mentre ne è autore il beato Paolo VI, che le collocava prima dei tanti interrogativi posti a incipit all'enciclica Sacerdotalis Caelibatus (nn. 1-12). Parole che hanno ispirato il convegno internazionale che si svolgerà dal 4 al 6 febbraio 2016 presso la Sala Loyola della Pontificia Università Gregoriana. Intitolato «Il celibato sacerdotale, un cammino di libertà», il convegno desidera indagare la promessa celibataria come valore, dispiegandone la sua positività come modo autenticamente umano di donarsi nella libertà e la sua legittimità per affermare ecclesialmente il proprio «sì» a Dio.La prima giornata si aprirà con il saluto introduttivo del Rettore Magnifico della Gregoriana, il gesuita P. François-Xavier Dumortier, e con la presentazione del convegno, curata da mons. Tony Anatrella, psichiatra, sacerdote della diocesi di Parigi e docente al Collège des Bernardins. Seguirà la conferenza del Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, nonchè membro della Compagnia dei sacerdoti di San Sulpizio, il cui carisma si è indirizzato alla formazione dei candidati al sacerdozio, alla direzione dei seminari e all'aggiornamento del clero.Nella mattina di venerdì 5 febbraio il tema del convegno sarà affrontato secondo una prospettiva biblica dalla Dott.ssa Rosalba Manes (Facoltà di Missiologia e Teologia - Gregoriana), analizzando il dono del celibato come presentato nel Nuovo Testamento, e da una prospettiva storica da P. Joseph Carola, SJ (Facoltà di Teologia - Gregoriana), che presenterà l'appello alla tradizione nella difesa del celibato sacerdotale da parte del teologo Johann Adam Möhler.Nel pomeriggio, si svolgeranno in parallelo quattro workshop divisi per gruppi linguistici (francese, inglese, italiano):- «Aider à grandir en libertè» con Mons. Antoine HèrouardRettore del Pontificio Collegio Francese)- «Celibacy, a journey into freedom» con la Rev.da Brenda Dolphin, rsm(Istituto di Psicologia - Gregoriana)- «La sfida di una vita spirituale autentica per un celibato libero» con il Prof. Laurent Touze(Dipartimento di Teologia Spirituale, Pontificia Università della Santa Croce)- «Celibato - al di là dell'immediato. Alcuni aspetti psicologici del celibato sacerdotale» con P. Stanislaw Morgalla, SJ (Direttore del Centro San Pietro Favre - Gregoriana)Concluderà, nel secondo pomeriggio, la relazione di mons. Tony Anatrella sulle condizioni psicologiche di un celibato felice oggi.L'ultima giornata, sabato 6 febbraio, ospiterà due interventi. Mons. Joël Mercier, Segretario della Congregazione per il Clero, offrirà una lettura dell'Enciclica «Sacerdotalis Caelibatus» del Beato Paolo VI, della quale ricorrerà il cinquantesimo anniversario il prossimo anno (1967-2017). A conclusione, la relazione del Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, intitolata «Il prete ordinato «in persona Christi»».E prevista la traduzione simultanea italiano-francese-inglese, workshop esclusi.

Bufale cattoliche. Il teologo Han Urs von Bathasar non ha mai detto che «l’inferno è vuoto»

25-01-2016

Lui stesso chiarì: «Sono state ripetutamente travisate le mie parole»

Se anche per Crepet l’utero in affitto è «nazismo puro». E’ l’ora della Resistenza: tutti a Roma

25-01-2016

E netta l'analisi di Paolo Crepet, psichiatra, sul passaggio controverso della legge Cirinnà. Lo ha detto chiaro anche a Luxuria nel corso di un movimentato faccia a faccia su La7, molto cliccato e discusso sulla Rete. Nella conversazione con Intelligonews, si spinge oltre e avanza una serie di sospetti. Uno tra tutti: «Come mai il mondo gay ormai a un passo dal portare a casa una quantità enorme di diritti, si impunta su una cosa non solo sbagliata ma che riguarda pochissime persone di ceto medio-alto e non potrà mai permettersi l'operaio gay?».

La preoccupazione di Voltaire era distruggere il cristianesimo. Parla la storica Marion Sigaut

22-01-2016

Con la sua ultima opera 'Voltaire. Une imposture au service des puissants' (KontreKulture, Parigi 2014), la specialista sfida il mostro sacro del laicismo francese con una ricerca documentatissima

Il meraviglioso scherzo di san Giovanni Bosco ai preti che volevano chiuderlo in manicomio

22-01-2016

Molti provarono a ostacolare le imprese del santo, ma il santo ebbe sempre la meglio, anche con il sorriso

Di fonte alla battaglia, la Chiesa ha bisogno di uomini veri. Il documentario della diocesi di Phoenix

21-01-2016

Si chiama «A call to battle» il breve documentario della diocesi di Phoenix, diffuso in preparazione al convegno che si terrà nella città americana il 6 febbraio e a cui interverranno tra gli altri Thomas J. Olmsted e Eduardo A. Nevares, rispettivamente vescovo e vescovo ausiliare della diocesi dell'Arizona. Un appuntamento per riflettere sulla necessità di figure maschili all'altezza della sfide a cui la Chiesa e la società è di fronte: sacerdoti che siano padri, adulti che siano tali e non adolescenti invecchiati, padri di famiglia che sappiano sacrificarsi e lottare per custodire il bene che è loro affidato, giovani che sappiano spendersi fino in fondo per un ideale.

Grande exploit del Centro Studi Rosario Livatino: centinaia di giuristi contro il ddl sulle unioni «civili»

21-01-2016

Fra i sottoscrittori dell'appello ci sono presidenti emeriti della Consulta, accademici, magistrati, avvocati, notai. Dopo solo una settimana siamo a quota 321, ma il numero continua a salire di ora in ora

Lo straordinario miracolo di Lanciano e il Sacro Cuore di Gesù. Un documentario da non perdere

21-01-2016

Storia, fede e scienza si intrecciano per gettare nuova luce sul mistero di Salvezza Universale operato dal Signore Gesù

Con il segno della croce indichiamo a noi stessi e al mondo quanto valiamo: il sangue di Gesù

20-01-2016

La piccola catechesi di padre Mike Schmitz, della diocesi di Duluth (Minnesota), sul gesto che dice a noi stessi e di fronte al mondo chia siamo realmente. E che diamo troppo spesso per scontato.

Addio a Ettore Scola. Uno dei tanti registi organici al Pci che ebbe in spregio la famiglia e l’Italia cattolica

20-01-2016

«E chiaro che 'Divorzio all'italiana' ha contribuito alla maturazione del cittadino italiano e quando si va ai referendum sul divorzio o sull'aborto «inspiegabilmente», in un paese cattolico, si vince. E se si vogliono trovare delle radici di queste modifiche nello spirito collettivo ecco, non lo si trova nel cinema assistito dallo Stato ma piuttosto nel cinema cosiddetto commerciale»

Islamico legge versi del Corano alla fine della Messa. «Famiglia cristiana» approva

20-01-2016

Alla parrocchia San Martino di Rebbio (Como), al termine della celebrazione eucaristica di Natale, una rappresentante dell'associazione culturale Assirat, che riunisce la comunità libanese musulmana, ha letto alcuni versi del Corano che annunciano la nascita di Cristo. Per l'esperto don Silvano Sirboni «è stata liturgicamente corretta perchè collocata al termine del rito ed è stata una iniziativa di dialogo nello stile indicato dal Papa» ('Famiglia Cristiana', 12 gennaio). Il liturgista Don Enrico Finotti, direttore della rivista liturgica «Culmen et fons«, spiega punti perchè la scelta è sbagliata

Dopo mille anni, il giubileo della misericordia riscopre «la placchetta del pellegrino»

20-01-2016

Il rinnovamento di una tradizione bella e prfofonda

Vocazioni che fioriscono nel deserto. le immagini dell’ordinazione di due cappuccini ad Abu Dhabi

19-01-2016

Le immagini dell'ordinazione sacerdotale di due cappuccini di origine indiana, padre Darick Paul D'Souza e padre Arun Raj Manuel, avvenuta domenica scorsa nella cattedrale di San Giuseppe, ad Abu Dhabi. A consacrarli è stato monsignor Paul Hinder, vescovo e anche lui cappuccino, che regge il vicariato apostolico dell'Arabia meridionale, con giurisdizione su Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen, e che nel 2014 contava 942.000 battezzati su 38.185.000 abitanti. Entrambi i frati sono figli di lavoratori indiani recatisi a lavorare negli Emirati Arabi. Lì hanno maturato la loro vocazione, accompagnati dal vescovo Hinder. Deo gratias.

Bidoni per la spazzatura attorno all’altare. Adatti per molta «pastorale giovanile» nelle diocesi

19-01-2016

Un'immagine, riportata dal blog Messa in latino, della «scenografia» di una Messa per i giovani celebrata lo scorso 10 gennaio nella chiesa parrocchiale di Cazzago San Martino (Bs). Il sacerdote, don Paolo Salvadori, parroco di Calino e responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Brescia, avrebbe voluto mostrare con questo allestimento - accumulando davanti all'altare bidoni dei rifiuti, sacchi per la raccolta differenziata e alimenti varii - il peccato che c'è in noi e «i cibi che ci fanno bene». Ogni commento è superfluo.

Segnali (timidi) di vita sul Quirinale, le unioni civili assomigliano troppo al matrimonio. Ma tutto qui?

19-01-2016

Dopo l'appunto del Quirinale, l'obiettivo del governo è riuscire a costituire 'un istituto giuridico autonomo con caratteristiche diverse e graduate rispetto al matrimonio'. Da qui la convinzione che specificando le meglio le differenze tra matrimonio e unione civile potrà essere mantenuta la sostanza del ddl Cirinnà.

L’allarme dei francescani della Custodia: lo sfacelo della Siria minaccia anche la Terrasanta

19-01-2016

'Il confronto fra sciiti e sunniti dura da secoli e oggi canalizza altri contrasti, altre rivalità, altre lotte di potere: quella fra Iran e Arabia Saudita per l'influenza geopolitica attorno al Golfo e anche per la supremazia nel mercato del petrolio'

La Certosa di Serra San Bruno ha riaperto il noviziato. Ci salveranno preghiera e mortificazione

18-01-2016

E' con grande gioia, cari amici di Cartusialover, che pubblico questo articolo nel quale direttamente dalla certosa di Serra San Bruno viene ufficialmente annunciata la tanto attesa riapertura del Noviziato. La certosa tornerà ad ospitare i novizi già dal prossimo 14 settembre grazie all'autorizzazione del Padre Priore Generale della Grande Chartreuse Dom Dysmas de Lassus, che ha accolto le istanze del priore della certosa di Serra San Bruno Dom Basilio Trivellato. La eccellente notizia è rappresentata dal fatto che insieme ai novizi giungeranno anche altri monaci professi, che andranno ad incrementare la attuale ridotta comunità certosina serrese. Vi ricordo che il Noviziato a Serra era stato chiuso nel 2012 a causa della riduzione dei monaci professi, fatto che non rendeva possibile la formazione del numeroso gruppo di novizi che furono all'epoca trasferiti a Farneta ed alla Gran Certosa...

La Cei ritrova un presidente, che raddrizza la rotta di Galantino e dei suoi house organ sul family day

18-01-2016

Il Family Day del 30 gennaio è un'iniziativa «a difesa della famiglia, del sostegno pieno alla famiglia che non può essere uguagliata da nessun'altra istituzione o situazione. L'obiettivo è decisamente buono» e «assolutamente necessario perchè le politiche familiari sono piccolissime»: «la famiglia è il fondamento di tutta la società». Le dichiarazioni fatte ieri dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), a margine della messa celebrata in Duomo a Genova, segnano una svolta radicale nell'atteggiamento ufficiale della CEI nei confronti di movimenti e associazioni che sono mobilitati a difesa della famiglia naturale, contro il ddl Cirinnà che vuole il riconoscimento delle unioni civili. «La promozione della famiglia - ha detto Bagnasco - e l'invocazione di sostegni reali, che fino ad adesso sembra che non ci siano, dovrebbe essere una voce unitaria di tutto il Paese, di tutte le famiglie italiane, anche in modo diversificati».Richiesto di un giudizio sul disegno di legge in questione, il cardinale Bagnasco ha detto che «ci sono diverse considerazioni da fare ma la più importante è che mi sembra una grande distrazione da parte del Parlamento rispetto ai veri problemi dell'Italia: creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare». «Noi vediamo nelle nostre parrocchie - ha proseguito - una grandissima coda di disoccupati, inoccupati, di gente disperata che non sa come portare avanti giorno per giorno la propria famiglia. Di fronte a questa situazione - ha aggiunto Bagnasco - tanto accanimento su determinati punti che impegnano il governo e lo mettono in continua fibrillazione mi pare che sia una distrazione grave e irresponsabile».Il presidente dei vescovi italiani, pur ricordando che la manifestazione del 30 gennaio «è una iniziativa dei laici con la loro responsabilità, come il Concilio Vaticano II ricorda», ha con queste dichiarazioni definitivamente rovesciato l'atteggiamento di una CEI che finora appariva come «commissariata» dal segretario, monsignor Nunzio Galantino, in una posizione attenta alla mediazione politica con il governo e ostile alle famiglie che scendono in piazza per far sentire la loro voce.Basti ricordare non solo tutti i tentativi fatti all'epoca per impedire la manifestazione del 20 giugno 2015, ma anche le prese di posizione dei giorni scorsi, ancora nel segno del compromesso politico. Fino al punto che Avvenire (il quotidiano della CEI) solo pochi giorni fa, nel mentre dava grande risalto ai movimenti dei «cattolici» del Partito democratico, aveva censurato una dichiarazione del cardinale Bagnasco decisamente più negativa nei confronti del ddl Cirinnà rispetto a quelle di Galantino.Può essere stata anche questa la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno degli insuccessi «politici» di Galantino e di un distacco progressivo dei vertici della Chiesa italiana dal popolo, come la manifestazione del 20 giugno aveva già messo in evidenza. Così nei giorni scorsi, dopo l'ennesima discutibile intervista di monsignor Galantino al Corriere della Sera e il sempre più rumoroso malcontento anche da parte di una importante fetta dell'episcopato, qualcosa è improvvisamente cambiato e il cardinale Bagnasco - dopo mesi di silenzio e, immaginiamo, di sopportazione - ha ripreso in mano l'iniziativa facendo pesare il suo ruolo di presidente della CEI. A cominciare da Avvenire che da sabato ha decisamente cambiato linea, dedicando un ampio spazio in prima pagina alla convocazione della manifestazione del 30 gennaio.Una sorpresa per gli osservatori, che ben ricordano l'imbarazzato silenzio lo scorso 20 giugno; e quindi è stato letto come il segnale del «contrordine». Contemporaneamente il cardinale Bagnasco ha telefonato a Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale e vera anima della manifestazione del 20 giugno, incoraggiandolo anche per la manifestazione del 30 gennaio. Lo ha riferito lo stesso Arguello in una intervista pubblicata ieri da Zenit: «Ieri mi ha chiamato il cardinale Bagnasco - ha detto Arguello -, che voleva parlare al telefono con me per dirmi che lui sarebbe molto contento se potessimo assistere e sostenere questo incontro del 30 gennaio. Io naturalmente gli ho detto di sì, che mi sembra ottimo e che saremo lì con tutte le nostre forze, come possiamo». Sapendo la grande capacità di mobilitazione del Cammino, questa telefonata è rivelatrice di quanto il cardinale Bagnasco tenga al successo della manifestazione.L'intervento di ieri è dunque l'esplicitazione di una posizione che già era operativa e che probabilmente troverà una conferma solenne nella prolusione che lo stesso cardinale Bagnasco farà al Consiglio Permanente della CEI il prossimo 25 gennaio. Intanto possiamo aspettarci che il vento cambiato in CEI faccia uscire allo scoperto altri vescovi, finora timorosi di esporsi. Ieri già si è registrato un intervento deciso del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, che durante la messa celebrata nel duomo del capoluogo umbro, ha espresso pieno sostegno al Comitato Difendiamo i Nostri Figli e alla manifestazione del 30 gennaio. In realtà Bassetti aveva già sostenuto il Family Day del 20 giugno, ma nei giorni scorsi aveva dato una intervista al Corriere della Sera che risultava fortemente ambigua, e che di fatto ieri è stata smentita.A metà del guado rischia invece di trovarsi il Forum delle Famiglie che finora, seguendo le indicazioni di monsignor Galantino, ha preso le distanze dal Family Day. Ma un direttivo svoltosi nei giorni scorsi è stato piuttosto burrascoso, e alla fine ne è risultato un compromesso pilatesco: no alla partecipazione, ma solidarietà a quanti lo faranno nella consapevolezza di condividere lo stesso obiettivo. Ora è da vedere se la discesa in campo del presidente della CEI non provochi qualche brusco ripensamento nel Forum, così come è avvenuto ad Avvenire.

Anche l’«oasi» di Hong Kong viene inghiottita dalla repressione cinese. Il comunismo è vivo e vegeto

18-01-2016

La scomparsa di Lee Bo e di altri quattro editori, che hanno pubblicato libri critici verso il Partito comunista cinese, sta facendo crollare l'oasi di libertà che era il Territorio. Crescono il controllo, la paura e l'autocensura. Le strane «visite» di studiosi a attivisti e missionari stranieri. Hong Kong, un deserto culturale. Intanto in Cina è più violenta la repressione contro avvocati, cristiani protestanti e cattolici, musulmani uighuri, buddisti tibetani. P. Wei Heping, martire come Jerzy PopieA‚uszko. Non ci sarà più libertà a Hong Kong, senza che la stessa libertà arrivi anche per la Cina.

«Morte ai cristiani, nemici di Israele», sfregiata dagli estremisti la chiesa della Dormizione a Gerusalemme

18-01-2016

Il Patriarca latino: «E deplorevole che questi episodi di odio arrivino 50 anni dopo la 'Nostra Aetate' che ha gettato le basi del dialogo interreligioso tra la Chiesa cattolica con le altre fedi e che ha avviato una nuova pagina con l'ebraismo»

11mila ore di preghiera, veglie nelle piazze il 23, marcia a Roma il 30. C’è un popolo che non si arrende

16-01-2016

Se l'Italia fermerà la legge che la propaganda omosessualista chiama «dei diritti civili» e che invece vuole legittimare desideri disordinati, metteremo un fronte nel cuore dell'Europa. Fermeremo la sconfitta dell'umanità nella culla della civiltà occidentale. Semplicemente richiamando al senso della realtà, dicendo che il dato che le persone nascano da un padre e da una madre non si può stravolgere se non facendo pagare prezzi altissimi ai più deboli.

Nuova evangelizzazione, liturgia, dottrina. Come il vescovo di Madison ha ridato vita al seminario

15-01-2016

Come segnalavamo in questo post, le ordinazioni sacerdotali negli Stati Uniti sono state 595 nel 2015, contro le 477 del 2014. Un aumento di circa il 25% in un solo anno e uno dei più robusti segnali di ripresa vocazionale dopo una crisi pluridecennale iniziata poco dopo la chiusura del Concilio, in concomitanza con l'esplosione del 68. Le ordinazioni erano state 994 nel 1965, 771 nel 1975, 533 nel 1985, 511 nel 1995 e 454 in 2005. Che la caduta si fosse arrestata era chiaro già da alcuni anni, ora, appunto, sembra manifestarsi una chiara e vibrante inversione di tendenza.Uno dei casi che aiutano a capire meglio il «segreto» di questa ripresa è quello della diocesi di Madison, nel Wisconsin, di cui abbiamo parlato poco tempo fa, a proposito della decisione del vescovo, Robert Morlino, di riportare i tabernacoli di tutte le chiese diocesane al centro delle chiese stesse, dietro l'altare.Ma Morlino è anche uno dei vescovi che si sono maggiormente distinti nel risollevare il proprio morente seminario. Quando nel 2003 è arrivato a Madison - diocesi che conta circa 260mila fedeli - il seminario contava sei studenti. Oggi, dopo 12 anni i seminaristi sono 33. Ha nominato un responsabile a tempo pieno della pastorale vocazionale, ha riproposto nella sua predicazione l'importanza del sacerdozio per la Chiesa, ha riportato la liturgia al suo intrinseco splendore e soprattutto ha presentato un cattolicesimo improntato alla chiarezza dottrinale, alla fedeltà al magistero e a uno zelo per la nuova evangelizzazione. Un cattolicesimo «in uscita».

Cosa resta dell’Apostolato della Preghiera, con cui i gesuiti hanno diffuso il culto del Sacro Cuore

15-01-2016

«Mi chiamo Simone, ho quasi 43 anni e da più di venti sono zelatore del Sacro Cuore grazie alla Misericordia di Dio. Sono «nato» spiritualmente nell'Apostolato della Preghiera, ci sono cresciuto dentro e grazie ad altri zelatori e zelatrici del Sacro Cuore (persone stupende) ho ricevuto una solida formazione spirituale. Sono diversi anni che si parla, all'interno dell'AdP, di rinnovamento e i gesuiti hanno spinto sempre molto su questa idea. La maggior parte dei membri della Compagnia non ama l'Apostolato della Preghiera, non ne parla mai, lo considera una realtà per anziani, una devozioncina; alcuni di loro, molto pochi, i responsabili nazionali per lo più, lo stanno trasformando in qualcosa di strano che non si riesce a comprendere cosa sia, avulso dal suo vero carisma. Sono circa dieci anni che si tenta di cambiare la preghiera di offerta quotidiana. All'estero, tranne pochi paesi come gli USA e alcuni paesi africani, questa preghiera ha perso totalmente la sua ricchezza iniziale. I tentativi fatti in Italia sono tutti falliti fino ad oggi, sia perchè l' «Offerta al Sacro Cuore» era ben radicata nella spiritualità popolare, sia per la presenza della Santa Sede che aveva frenato questa iniziativa. Da qualche anno a questa parte però le cose stanno andando diversamente, sia per la secolarizzazione del popolo italiano che non ha più idea cosa vuol dire vivere per servire e pregare, sia per il via libera ricevuto dal Papa. Così il Preposito Generale della Compagnia ha scelto un gruppetto di giovani gesuiti con lo scopo di portare a compimento l'opera. Si è incominciato cambiando il nome del movimento, sempre in modo soft, affiancandolo con il più tradizionale AdP per non urtare le varie sensibilità; così cavalcando l'onda della popolarità mediatica di Papa Francesco si è scelto il nome di Rete Mondiale di Preghiera del Papa. [cattolicità trasformata il mondializzazione]A livello mondiale girano delle preghiere di offerta che hanno perduto completamente il senso della riparazione, dell'unione col Sacrificio Eucaristico, della richiesta della salvezza per tutti gli uomini: sono preghiere per lo più sentimentali, superficiali, «ecumeniche». Il Primo Venerdì del mese non è più proposto come una richiesta fatta da Nostro Signore per riparare le freddezze, la superficialità e l'indifferenza degli uomini verso il Suo Amore ( richiesta ovviamente approvata dalla Chiesa che ha formato per più di un secolo generazioni di cristiani), ma come il giorno in cui tutti si uniscono in preghiera per le intenzioni del papa. Alle riunioni regionali ci viene chiesto in modo «gesuitico» di non parlare più di consacrazione al Sacro Cuore ( richiesta fatta esplicitamente dal Signore) e di Santa Margherita Maria perchè i tempi sono cambiati e la gente non comprende più questi termini. I tempi sono cambiati è vero, ed è verissimo che oggi più che mai è necessario ripartire da zero nell'evangelizzazione perchè in generale i termini che usiamo non sono compresi, ma ciò che mi stupisce è che da parte dei Responsabili non c'è alcuno sforzo per formare le persone ad affrontare questo cambiamento epocale; cioè non si cerca di trasmettere gli stessi concetti in modo più comprensibile agli uomini di oggi, no… Con questa scusa si sta semplicemente creando qualcosa di nuovo e si tradisce la volontà del Signore. Il glorioso AdP che ormai è formato prevalentemente da persone anziane non credo resisterà a questo ultimo attacco. Rimane però la speranza che il Signore faccia sopravvivere » un piccolo resto» che conservi «il seme» da piantare in stagioni più favorevoli. A volte bisogna che le cose vadano di male in peggio per poi rifiorire, o se volete bisogna che tutto venga distrutto per rinascere. In questi anni ho visto con profondo dolore l'AdP morire e non solo per la secolarizzazione ma anche per i colpi ricevuti dall'interno. Io rimango fedele con l'aiuto della Grazia di Dio, fedele ma solo. Grazie e scusate se sono stato lungo. Pregate per me».

Utero in affitto, i bambini sono da tutelare: il magazine online «Notizie Pro Vita» si appella al Papa

15-01-2016

«Oggi, tra i deboli più deboli ci sono certamente i bambini. E principalmente i bambini nel grembo materno»

Cecchi Paone ha capito perfettamente il discorso di Galantino ed esulta: gli ho scritto, siamo a una svolta

14-01-2016

«Sono entusiasta: ho scritto a monsignor Galantino per dirgli che ha compiuto un gesto di grande saggezza. La sua proposta di mediazione taglia le ali ai fondamentalisti religiosi e offre ai laici una occasione per ottenere un grande risultato». Netta l'analisi di Alessandro Cecchi Paone, giornalista e scrittore, consigliere di Silvio Berlusconi per i diritti civili. Nella conversazione con Intelligonews spiega perchè la posizione della Cei «è significativa»

Benedetto XVI: la Chiesa ha il dovere di intervenire contro i tentativi di introdurre le unioni civili

14-01-2016

[...] Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l'interesse principale dei suoi interventi nell'arena pubblica è la tutela e la promozione della dignità della persona e quindi essa richiama consapevolmente una particolare attenzione su principi che non sono negoziabili. Fra questi ultimi, oggi emergono particolarmente i seguenti: - tutela della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale;- riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, quale unione fra un uomo e una donna basata sul matrimonio, e sua difesa dai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale;- tutela del diritto dei genitori di educare i propri figli.Questi principi non sono verità di fede anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede. Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Al contrario, tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi perchè ciò costituisce un'offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia stessa. [...]

Mons. Lèonard, il «leone» anti LGBT ora pensionato, attende parole chiare su matrimonio e famiglia

14-01-2016

Lo ha detto in un appello rivolto a Papa Francesco, che qualcuno dice starebe per pubblicare l'atteso documento post-sinodale forse già il mese prossimo.

Come possono dei vescovi accettare le unioni civili? La caporetto di una Chiesa che ha perso la bussola

13-01-2016

Dall'intervista di Nunzio Galantino, segretario Cei, al Corriere della Sera di oggi 13 gennaio 2016: «...la stessa società registra al suo interno anche la presenza crescente di unioni di segno diverso. Lo Stato ha il dovere di dare risposte a tutti, nel rispetto del bene comune prima e più che del bene dei singoli individui. Un po' tutti stiamo imparando che quando, a fronte di una realtà complessa come questa, prevale la radicalizzazione delle posizioni, nonostante la buona volontà si finisce col fare i conti solo con soluzioni frammentate e scomposte, non di rado frutto del prevalere di una lobby sull'altra».

I cattolici slovacchi e il rito della benedizione delle acque: «contro le insidie dei nemici visibili ed invisibili»

13-01-2016

Il rito della benedizione delle acque guidato dal metropolita Jàn Babjak, arcivescovo della diocesi di rito bizantino di Prešov, in Slovacchia. Il 6 gennaio la chiesa bizantina celebra l'Epifania o Teofania, festa della manifestazione della Divinità di Cristo. Questa Festa, detta anche Festa delle Luci, è dopo la Pasqua la maggiore e più sentita delle feste del calendario bizantino...

Pronta l’ennesina pensata del governo di Matteo Renzi: coltivare cannabis non sarà più reato

13-01-2016

Chi coltiverà sostanze stupefacenti non finirà più in carcere, ma pagherà una multa tra i 5 e i 30mila euro.

La nuova evangelizzazione multimediale sbarca a Taiwan: apre il primo canale televisivo cattolico

13-01-2016

Dopo anni di sforzi, raccolte fondi e preparazione dei contenuti, dallo scorso primo gennaio 2016 è iniziata sulla televisione taiwanese la trasmissione dei programmi del canale cattolico «MOD». Dietro questo risultato c'è l'impegno di sei volonterosi cattolici di Taipei che già lavoravano nel campo dei media in altre istituzioni.

Spudorato il ministo Maria Elena Boschi: la stepchild adoption è «giusta nell’interesse dei bambini»

12-01-2016

E semplicemente pazzesco che un ministro della repubblica italiana, una delle figure di punta del governo non eletto che oggi amministra questo Paese disfatto abbia la disinvoltura di raccontare sul più grande quotidiano italiano una bugia coì colossale.

Natale ortodosso. Le parole di Putin nella chiesa di Turginovo, dove furono battezzati i suoi genitori

11-01-2016

Mercoledì scorso il presidente russo Vladimir Putin ha festeggiato il Natale ortodosso presso la Chiesa dell'Intercessione della Madre di Dio nel villaggio di Turginovo, situato a circa 150 chilometri a nord-ovest di Mosca. Putin ha partecipato alla veglia di mezzanotte e ha acceso una candela nella chiesa dove i suoi genitori furono battezzati nel 1911. Queste le parole che ha pronunciato nell'occasione, come messaggio di auguri natalizi:«Questa festa porta gioia e risveglia pensieri puri, ci unisce intorno ad ideali di bontà, amore e misericordia. Questi valori eterni hanno un significato speciale per la Russia, sono un fondamento spirituale per la nostra società. E molto importante che oggi la Chiesa ortodossa russa porti avanti le tradizioni, aiutando le persone a trovare fede e dando loro forza lungo il loro cammino. Ha un ruolo costruttivo nell'accompagnare le giovani generazioni, nel rafforzare l'istituto della famiglia, della maternità e dell'infanzia. Sta facendo un grande sforzo per mantenere l'armonia nei rapporti tra le persone di diverse etnie e religioni. Questo grande lavoro merita un rispetto sincero».

Thailandia, miracoli silenziosi. E’ il fuoco di questi convertiti che ringiovanirà la Chiesa

11-01-2016

Padre Gheddo: La missione alle genti continua, nuove popolazioni conoscono Gesù Cristo, sentono il gioioso stupore di amarlo, entrano nella Chiesa e si impegnano per farlo conoscere. Il racconto di padre Gianni Zimbaldi, mio coscritto del 1929, missionario prima in Birmania (1957-1966) e poi nel Nord Thailandia (dal 1972 ad oggi), semplice e denso di fatti, convince più di tanti ragionamenti. Spesso si sente dire che la missione alle genti è finita, è compito delle Chiese locali. Ebbene, non è così. La missione alle genti continua, non solo in Africa, ma in diversi paesi dell'Asia e Oceania anche con missionari stranieri (a volte con varie limitazioni), almeno come sperimentiamo noi del Pime in Bangladesh, India, Birmania, Hong Kong, Cina, Thailandia, Cambogia, Filippine, Giappone, Papua Nuova Guinea; ma anche in altri Paesi asiatici. Buona lettura di questo gioioso lampo di luce dagli Atti degli Apostoli attuali, là dove la Chiesa nasce adesso.

Sulle unioni civili, Silvio Berlusconi lascia libertà di coscienza ai suoi. Ma cosa signfica coscienza oggi?

11-01-2016

«Siamo un partito liberale al passo con i tempi, ma rispettiamo l'opinione di tutti. Nei prossimi giorni riuniremo i gruppi parlamentari e penso che sulle unioni civili daremo libertà di coscienza»

Ombre cinesi sulla Chiesa, il comunismo non è morto. Un’analisi del vescovo emerito di Hong Kong

11-01-2016

C'è ancora tanto ottimismo sui dialoghi fra Cina e Vaticano, ma i fatti dicono che il governo sta impossessandosi di ogni spazio nella vita della Chiesa: ordinazione dei vescovi, controllo dei seminari, obbligo a partecipare a celebrazioni insieme a vescovi scomunicati o illeciti. Silenzio invece sui vescovi in prigione o agli arresti domiciliari. Il Vaticano sembra voler lasciare nelle mani del governo il potere di nominare i vescovi. Il ritorno della Ostpolitik del card. Casaroli e la scomparsa della Chiesa sotterranea. Un'analisi del vescovo emerito di Hong Kong, battagliero difensore della libertà religiosa in Cina e nel Territorio.

Quando la Cei diceva no alle unioni civili, senza se e senza ma. E invitava a manifestare in piazza, al Family Day

09-01-2016

«...riteniamo la legalizzazione delle unioni di fatto inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo. Quale che sia l'intenzione di chi propone questa scelta, l'effetto sarebbe inevitabilmente deleterio per la famiglia. Si toglierebbe, infatti, al patto matrimoniale la sua unicità, che sola giustifica i diritti che sono propri dei coniugi e che appartengono soltanto a loro. Del resto, la storia insegna che ogni legge crea mentalità e costume».

Burke ai vescovi del compromesso: il giudizio sarà davanti a Dio, non alla Conferenza episcopale

08-01-2016

«Nel 2004 avevo chiesto ai politici cattolici di porre le loro azioni pubbliche coerentemente con la legge morale insegnata dalla Chiesa, altrimenti non sarebbe stato più possibile per loro ricevere la santa comunione. Poichè è uno scandalo violare pubblicamente la legge morale e dopo accedere alla comunione. Nel 2004, quando fui trasferito dalla diocesi di La Crosse a quella di St. Luois , i giornali ripresero questa affermazione da me fatta. Poco dopo, nell'incontro estivo della conferenza episcopale degli Stati Uniti, che si tenne a Denver, ci fu una viva discussione su questa pratica disciplinare della Chiesa. Alcuni dei miei confratelli affermarono che non era necessario punire i politici il cui operato politico fosse disordinato. Per me non si trattava di punizione, ma semplicemente di constatare che alcuni non erano disposti a ricevere la comunione. Un vescovo allora mi disse: «Monsignore, voi non potete dire queste cose, perchè la conferenza dei vescovi non si è ancora pronunciata a proposito». Gli risposi che la conferenza dei vescovi non può sostituire la missione del vescovo nella propria diocesi, che è quella di governare il proprio gregge e di annunziare la fede . E aggiunsi : «Monsignore, nel giudizio finale, comparirò davanti al Signore, non davanti alla conferenza episcopale!». Guillaume d'Alancon, Entretien avec le cardinal Burke. Un cardinal au coeur de l'Eglise, Artege, pp. 71-72

«Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»

08-01-2016

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».Giovanni 14, 5-7

Delirio animalista: da un tribunale pretendevano il riconoscimento del copyright a un macaco

08-01-2016

Il copyright del famoso selfie del macaco non appartiene all'animale. Lo ha deciso un giudice federale di San Francisco che ha emesso la sentenza sull'autoscatto dell'animale indonesiano. L'associazione animalista Peta aveva presentato una denuncia formale presso il tribunale della città Usa per fare ottenere all'animale il copyright della sua immagine, e mercoledì 6 gennaio ha perso la causa. Il famoso selfie era stato «scattato» da Naruto, un macaco di 6 anni,nel 2011 sull'isola di Sulawesi in Indonesia

L’ultraliberal «National Catholic Reporter» nomina persone dell’anno due «coniugi» omosessuali

08-01-2016

Il periodico statunitense, sedicente cattolico, esalta Greg Bourke e Michael DeLeon di Louisville, 'sposati'

Centristi e neocentrodestri zitti sul ddl Cirinnà . Pratiche old-fashion per salvare la poltrona

07-01-2016

Tutte le contraddizioni di Angelino Alfano sulle unioni civili e sulla stepchild adoption

Quanto in parlmento il Nobel per la Fisica Carlo Rubbia smontà la bufala dei cambiamenti climatici

07-01-2016

Un discorso svolto al Senato italiano nel 2014, ma tuttora attualissimo.

E’ l’Epifania. Solleviamo quel bambino tra le braccia come fosse un figlio

06-01-2016

Prendendo la statuina del presepe tra le braccia, prima di rimetterla nel suo involucro, gli chiederò proprio questo. Di poter guardare a tutto come fa un bambino; di stare dinanzi a tutto, come si sta davanti ad un bambino: cioè dinanzi ad un dono, appena ricevuto. Quando lo si scarta, lo si apre il cuore si gonfia di gratitudine. Poi, dopo poco, quel dono perde d'importanza, ci sembra scontato, ci abituiamo: siamo diventati «adulti». Ri-diventare ogni giorno bambini significa ri-guardarlo sempre, come fosse la prima volta, quel dono. Re-imparare a ri-conoscere ciò che già abbiamo conosciuto, ma spesso anche dimenticato.

Domenico Giuliotti: un grande cattolico e poeta che non vi hanno fatto conoscere a scuola

05-01-2016

Sono passati sessant'anni, che non sono un'eternità, eppure quanti cambiamenti, dovunque, da allora. Dal giorno cioè in cui nella sua solitaria dimora toscana taceva una delle voci più forti, significative della cultura cattolica.Erano le 9,15 del 12 gennaio 1956 quando Domenico Giuliotti, in agonia da alcuni giorni, chiuse gli occhi per sempre, in quella casa di Greve in Chianti dove aveva vissuto, in un isolamento emblematico dal mondo, quasi tutta la vita. La notte precedente il prevosto del paese gli aveva impartito la benedizione in articulo mortis. Al momento del trapasso gli era vicina la compagna della vita, la moglie Zina.Come egli stesso aveva scritto in una bellissima lirica, «Ultima vigilia», era preparato «a chinare la testa con quella di Gesù».Era l'epilogo di una vita cristianamente vissuta, noncurante della fortuna, degli onori di questo mondo, di quel mondo per il quale Cristo non aveva pregato. Nell'aspettativa dell'avvento del Regno, del «Regno che non è di questo mondo», simile dunque a quei viatores di cui parla Sant'Agostino, o a quei cristiani della celeberrima Lettera a Diogneto, che, osservava Mario Missiroli, «è ritenuta il Gioiello della letteratura greco-cristiana», opera di un anonimo apologeta del secondo secolo («I cristiani abitano la propria patria, ma come pellegrini; partecipano a tutto come cittadini, ma tutto sopportano come stranieri; ogni terra straniera è patria per loro, ed ogni patria è terra straniera. Sulla terra passano l'esistenza, ma solo in cielo sono cittadini…»).Composto nella cassa, così lungo, ossuto, rassomigliava più che da vivo, come lo descrisse Papini, «a uno di quei gentiluomini spagnoli, dalle facce lunghe e astratte, che si vedono nel Mortorio del conte d'Orgaz, dipinto dal Greco».Piero Bargellini parlò di una «immagine aguzza, puntata e scarnita di un santo senese»; e Nicola Lisi ritrovò il volto dell'amico scomparso guardando, con i suoi occhi estatici, e con la sua anima cristallina, i mosaici del Battistero di Firenze nella testa di San Giovanni che predica nel deserto.All'indomani di quella morte, dopo la sepoltura nella cappella di famiglia, nel cimitero sopra il colle, vicino al quale c'erano i pochi campicelli da Giuliotti lasciati in eredità all'Opera Madonnina del Grappa di don Facibeni, lo stesso Papini, ormai agli estremi (sarebbe morto sei mesi più tardi), aveva dettato quell'epigrafe emblematica che si legge ancora oggi sulla facciata dell'abitazione che fu dello scrittore grevigiano, nel centro del paese: «Domenico Giuliotti/ amoroso e animoso cavaliere di Dio/ poeta illuminato prosatore potente/ meditò scrisse soffrì e si spense in questa casa».Sono passati dunque sessant'anni, ed è ancora possibile pensare a un uomo, a uno scrittore, a un poeta come Giuliotti? In poche parole, che cosa resta, che cosa si salva della sua opera?E' questo il primo interrogativo d'obbligo nella ricorrenza.Giuliotti, negli anni in cui dominavano il pensiero positivista, prima, l'idealismo poi, la massoneria, il socialismo, il laicismo più potente, insomma, rappresentò la reazione cristiano-cattolica, non diversamente da quanto era accaduto in Francia. Non a caso, i suoi modelli furono De Maistre, Bloy, Hello, Veuillot.Soprattutto nel primo dopoguerra - dopo che con Federigo Tozzi aveva fondato e diretto la rivista «La Torre» - esplose con tutto il suo sdegno e la sua forza polemica ne «L'ora di Barabba». Fu, come avrebbe notato Piero Bargellini, la «denunzia di tutte le ipocrisie, con le quali si era tentato di ricoprire l'immenso carnaio bellico, e di tutte le frodi compiute nel nome di ideali falsi e bugiardi. Domenico Giuliotti non voleva più parlare di 'ideali', cioè di 'idoli', ma della verità. E di verità, per lui non ce n'era che una: quella del Cristo e della sua Chiesa. Tutto il resto apparteneva di fatto e di diritto, a Barabba, di cui, sul mondo, batteva, piena e spiccata, l'ora meridiana».Giuliotti, come Miguel de Unamuno, capovolse una delle regole di ogni pragmatismo o filosofia dell'azione, quella del successo.Per lui il successo di un'idea o di che si voglia - come osservava Michele Federica Sciacca a proposito dello spagnolo - «non è la verifica della sua verità, nè la verità va verificata nella prassi quale che sia. La verità si afferma: vinta o vincente, è sempre verità».Soltanto così si spiega la risposta data a Piero Gobetti, quando il giovane intellettuale torinese lanciò un appello alla collaborazione per «Rivoluzione liberale».«Nessuna osservazione da fare - scriveva Giuliotti. Nego tutto. Sono antiliberale, antidemocratico, antisociale, anticomunista» (di lì a poco, siamo nel 1920, avrebbe potuto aggiungere, «sono antifascista»).«In questa Italia di briganti-pazzi, vivo con la tristezza ostile d'uno straniero che non ha più patria. Sono dunque da voi dissimilissimo. Voi (professori) cercate di catalogare mentre vi travolgono le ondate della piena, io (poeta) disperatamente spero nell'autodistruzione dell'anarchia e della ricostruzione d'una piramide, con al vertice il papa e alla base il popolo. Ecco il mio programma! Confrontato col vostro, una lirica accanto a un bilancio. Su ciò l'impossibilità di intenderci».E Gobetti così commentava, sulle pagine della sua rivista, la risposta giuliottiana: «Questa lettera di Domenico Giuliotti non vuole essere una partecipazione al nostro lavoro. E' l'antitesi netta ed onesta di un amico per il quale abbiamo una profonda stima. In questa lettera, che è come la sintesi del libro di Giuliotti L'ora di Barabba, non c'è soltanto poesia, c'è una notevole rispettabile fede maturata in una poderosa unità, in ferreo anacronismo. La rude sincerità di Giuliotti richiama il cattolicismo alla sua logica medioevale e diventa, come altrove s'è notato, forza feconda, dialettica attraverso cui il mondo moderno ritrova la sua unità. Il programma di Giuliotti può sembrare esaltato o intemperante alle mezze coscienze, paurose di ogni posizione rigida, tolleranti per comodo o per poca serietà; esso ha un vizio chiaro di anti-storicismo messianico, ma su tutti i messianismi utilitaristi e riformisti, ha la superiorità che scaturisce da una terribile coerenza ideale, e da una limpida fede, ingenua e combattiva, nella trascendenza. E noi stimiamo la sua intransigenza che non ci stancheremo di combattere, mentre consideriamo con disdegno tutti i catechismi predicanti transazioni e conciliazioni».In questo giudizio di una intelligenza laica operante sull'altra sponda, che è anche un riconoscimento, ci pare si possa, tuttora, racchiudere l'essenza della polemica giuliottiana contro il mondo moderno.Lo scrittore di Greve, anarchico in gioventù, poi cattolico fino alle midolla, passò tutta la vita a combattere la battaglia della Verità. Lo scrivere non gli era facile, pur possedendo una robusta prosa ed immagini nette, piene di forza - la penna, sono sue parole, gli pesava come una zappa. Quando scriveva era per polemizzare, per ribadire quella che riteneva la verità di Cristo, in perfetta sintonia con la parola della Chiesa.Uomo indipendente, spirito libero, con una capacità e libertà di critica anche nei confronti di sacerdoti ed esponenti della gerarchia, mai azzardò mettere in dubbio il magistero. Animato da una fede profonda, non fu un bigotto, e per questo, le sue pagine sono sempre attuali, non avendo alcuna parentela con quella che egli chiamava la «santocchieria cattolica».Libri di polemica e d'amore furono, oltre a L'ora di Barabba, Tizzi e fiamme, e Il malpensante, mentre gli si devono alcune antologie interessantissime dei grandi reazionari francesi, di Jacopone da Todi, di Francois Villon.Senza dire dell'opera poetica, limitata, scarsa come quantità, ma non certamente trascurabile perchè è proprio nelle liriche che si rivela un suo aspetto fondamentale, quello del contemplativo, del mistico.Le liriche alla Madonna e a Cristo sono lingue di fuoco che bruciano, vette di cattedrali gotiche che si innalzano verso il cielo: una testimonianza di fede e di poesia, appunto. Poi, non si possono trascurare certi discorsi sull'essenza del sacerdozio e sulla figura di un prete che gli era amico (nobilissima figura), il commento alla Messa, libro emblematicamente intitolato «Il ponte sul mondo», che, a rileggerlo oggi può dire tante cose alle anime dei credenti, e anche dei non credenti. Dove si coglie il mistero della Messa, il rinnovarsi del sacrificio della croce, alla luce della verità cattolica - immutabile. Con l'umiltà del cristiano, diceva di se stesso: «Sono un povero balbuziente, a cui l'alito del peccato appanna il volto di Cristo»… Signori confessori, con quale spirito i penitenti si appressano alle vostre penitenzierie?Certo, oggi, come ieri e come i

La nuova Cei non vuole una difesa della famiglia militante e di popolo. Amen. Faremo senza di loro

05-01-2016

Da poco eletto alla Presidenza del Forum delle Famiglie, Gigi De Palo ha ritenuto opportuno dire subito come la pensa; identificare il «nemico», l'errore storico, da mai più ripetere. E sapete qual'è l'errore?Forniamo un indizio. Chi è oggi alla guida, de facto, della Cei? Mons. Nunzio Galantino. E cosa vuole il monsignore dal Forum?Che prenda le distanze dall'era Ruini, dall'era Benedetto XVI, dal Forum impegnato, come lo fu in passato, anche pubblicamente, a difesa della famiglia.Galantino non lo ha mai nascosto: l'era Ruini va cancellata; il Family day del 2007 fu un errore; la manifestazione del 20 giugno sul gender non andava fatta.Ebbene, se il capo vuole così, i laici obbedienti, devono adeguarsi.Così, forse maliziosamente, viene da pensare, leggendo la dichiarazione di De Palo:«Il Family day è stato uno dei più grandi fallimenti che abbia visto. Due milioni di famiglie in piazza e il quoziente familiare ancora non c'è…»Due milioni di persone in piazza sarebbero un grande fallimento? E questo perchè ad oggi non c'è il quoziente familiare? Qualcuno ricorda perchè fu convocato il family day?Per fermare i Dico. E i Dico furono fermati. Come si può parlare di fallimento, di una inziativa che ottiene l'obiettivo che si era posta?Non si ottenne il quoziente familiare, certo, ma: 1) non era l'obiettivo primario; 2) se si ragiona così andrebbero messe sotto processo alcune decine di legislature democristiane e non, più che una manifestazione, che, come si sa, non possiede il potere di fare le leggi.Tanto più che De Paolo, mentre stigmatizza il Family day, non può non ricordare: io allora c'ero.Allora che senso ha, 8 anni dopo, rinnegare un fatto così lontano? Proprio nei giorni in cui che si discuta in parlamento la nuova versione, molto peggiorata, dei Dico.E forse un segnale a Galantino, e, come a lui, così alla sua pupilla, Maria Elena Boschi?Vorremmo aggiungere alcuni dettagli:1) quando De Palo sostiene che si è trasformata la famiglia «in un concetto astratto, ideologico, identitario», ripete la lezione di Galantino e compagnia (dimenticando non solo di aver partecipato al Family day, ma di aver a tal punto aderito al progetto ruiniano, da divenire presidente di Scienza & Vita Roma 1). Il problema però è mal posto; così mal posto che sino a poco tempo fa anche De Palo parlava diversamente. L'ideologia non è quella di coloro che difendono il matrimonio, ma quella di coloro che lo vogliono distruggere. De Palo non deve aver molto chiaro cosa è la famiglia, benchè faccia il presidente del Forum delle Famiglie.2) Quando De Palo afferma che «il Forum non è l'ennesimo ente che scimmiotta la politica, ma uno strumento nuovo che vuole dare voce al paese reale. Fare lobbying non è il ruolo del forum», vuole forse far dimenticare che sino a ieri le sue manifestazioni pubbliche erano strettamente collegate alla sua azione di politico, assessore con Alemanno e consigliere, nel comune di Roma?3) Vuole far dimenticare di essere stato il principale promotore, negli stessi giorni della neonata Manif pour Tous Italia, cioè nel luglio 2013, di un flash mob davanti a Montecitorio, contro la legge Scalfarotto sull'omofobia?

«Dio esce allo scoperto», il docu-film che racconta come ci si libera dalla trappola omosessualista

05-01-2016

«Courage» Italia, una forma di apostolato della Chiesa cattolica dedicato alle persone con tendenze omosessuali organizza la proiezione a Roma di un film, 'Dio esce allo scoperto' del regista spagnolo Juan Manuel Cotelo (già noto per film di successo come «L'ultima cima» e «Terra di Maria»).

Cina, anno nuovo vita vecchia. Stretta del Partito Comunista su esercito e politburo

05-01-2016

Le sette zone militari rimpiazzate da cinque regioni strategiche. I 300mila soldati dimessi dall'esercito dovrebbero trovare lavoro nelle industrie di Stato, ma la crisi economica rende difficile l'assorbimento. Nell'esercito c'è molta resistenza alle riforme di Xi Jinping. Il Politburo deve obbedire a Xi Jinping.

Il Gesù Bambino impiccato che ci dice quanto la nostra civiltà sia diventata oramai soltanto stupida

04-01-2016

Dinnanzi al bambinello del Presepe di Pittelli — piccolo borgo vicino a La Spezia — prima trafugato dalla tradizionale raffigurazione della natività e poi impiccato accanto ad essa, quello che resta è un forte senso di tristezza. Inutile farne un discorso morale — anche un miscredente coglie in questo gesto un mancato rispetto — ed inutile forse farne un discorso di civiltà, con i politici locali che in queste ore si affannano a stigmatizzare l'episodio per quello che il bambinello rappresenta nella cultura occidentale.

«Un’ora di guardia»: mobilitazione di preghiera contro l’approvazione del ddl sulle unioni civili

03-01-2016

«Il Disegno di legge sulle cosiddette unioni civili arriverà in Aula al Senato il 26 gennaio, dopo mesi di braccio di ferro all'interno della Commissione Giustizia, dopo il rinvio ottenuto grazie alla resistenza di piazza, culturale e politica portata avanti negli ultimi mesi da tanti singoli e associazioni, ma come cattolici possiamo e dobbiamo fare di più. Sappiamo che questa non è una semplice lotta politica, è una battaglia escatologica delle forze del Bene contro quelle del Male «La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» ecco perchè occorre che ci prepariamo per combattere insieme e combattere in ginocchio. Ci sia da esempio quanto accaduto da poco nella vicina Slovenia, che con il referendum abrogativo di domenica 20 dicembre 2015 ha cancellato la legge approvata solo lo scorso marzo che regolava l'istituto della famiglia nel Paese e che ammetteva appunto matrimoni e adozioni di coppie dello stesso sesso. Una vittoria ottenuta certamente con un lavoro culturale di informazione capillare, con la resistenza di piazza, ma anche - come hanno raccontato gli sloveni in diverse interviste - con la preghiera strutturata, organizzata e costante. Possiamo lasciare inutilizzata questa potentissima arma? No. Ecco perchè dal 5 al 26 gennaio e per i tre giorni della discussione del testo (ovvero fino al 30 gennaio) siamo chiamati in modo speciale a pregare per questa intenzione. Come? Scegliendo la nostra Ora di Guardia e impegnandoci a pregare per 60 minuti, da soli o in compagnia, in Chiesa o in qualsiasi altro luogo, iniziando con l'invocazione che trovate su questo sito per fermare il ddl sulle cosiddette unioni civili. In compagnia di Maria, di San Giuseppe e dei Santi, grazie all'intercessione dei quali ogni cosa ci può essere accordata da Dio se è secondo la Sua Volontà e per il Bene del suo popolo. Scegliamo la nostra Ora dunque, e invitiamo a pregare anche i nostri amici e conoscenti, altrimenti ogni sforzo umano non porterà frutto. Dice infatti il Salmo 26 «invano si affannano i costruttori se il Signore non custodisce la città». Se preghiamo con fede, con perseveranza e chiediamo nel nome di Gesù, ogni cosa ci verrà concessa: «In verità vi dico: se due di voi, sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perchè dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro «. (Mt. XVIII, 19) A noi la battaglia, a Dio la vittoria!»

Il vescovo di Albano vuole la Comunione ai divorziati risposati. Peccato che «trucchi» un po’ le carte

03-01-2016

«Negli ultimi due secoli la chiesa delle condanne aveva rinunciato alla via dell'annuncio per condannare tutto — la modernità borghese, il liberalismo, il capitalismo, il comunismo, la cultura dei diritti, eccetera». E un passaggio esemplare del pensiero di Alberto Melloni messo nero su bianco sul Corriere della Sera del 28 dicembre. Esemplare perchè è solo l'ultimo degli interventi di intellettuali, teologi, vescovi che intendono dimostrare come nella Chiesa sia in atto una rivoluzione che taglia drasticamente con il passato: il pontificato di Francesco come la «nuova Chiesa» che finalmente si afferma pur tra mille resistenze. Da qui anche la necessità di inventarsi cospirazioni e nemici, così da poter legittimare qualsiasi balzo in avanti. Melloni stesso - vera guida della progressista «Scuola di Bologna» - è stato ai tempi del Sinodo fra i più attivi cacciatori di cospiratori...

Il tabernacolo torni al centro: per il vescovo di Madison non si puà «accantonare» l’Eucaristia

02-01-2016

Il tabernacolo deve tornare al centro, dietro l'altare, in quello che è il punto focale della chiesa. E così in tutte le chiese della diocesi. Questo è quanto ha detto ai suoi presbiteri monsignor Robert Morlino, vescovo della diocesi statunitense di Madison, nel Wisconsin. Morlino lo ha comunicato lo scorso settembre a un incontro con i sacerdoti, ma la notizia si è diffusa nei giorni scorsi per un articolo che ha dedicato alla vicenda niente meno che il Wall Street Journal, che evidentemente ha colto il valore di questo gesto.